5. Procurarsi un taccuino. Consigli per l’estate 2020

 

In un periodo in realtà non molto lontano,  ma dal quale sembrano passati anni, nei primi giorni di scuola, ci era stato chiesto di comparare un piccolo taccuino. Subito non capii il perché: che bisogno c’era di un piccolo libricino con poche pagine, la rilegatura fragile e facile da perdere per le persone sbadate come me?

Adesso, a pochi giorni dalla conclusione di questo particolare, ma per me fantastico, anno scolastico, sono riuscita a sciogliere i miei dubbi.

Innanzi tutto diciamo che il problema della rilegatura fragile si è prontamente presentato. Infatti, mentre riscrivevo una delle tante poesie, per poco non mi si è staccata la copertina, ma per fortuna nulla che una striscia di scotch non abbia potuto sistemare. 

Vorrei precisare che ho anche rischiato di perderlo circa due volte, ma alla fine, bene o male, sono sempre riuscita a portarlo a casa sano e salvo dopo una lunga giornata di scuola. Non posso dire lo stesso invece del dizionario di latino: riposa ancora nel mio armadietto!

Ma a parte le tante avventure passate insieme, usando il taccuino, dove ho riscritto tante poesie e dove ho fermato riflessioni ed emozioni scrivendole nero su bianco,  ho capito di me che, oltre ad essere leggermente sbadata, mi piace scrivere ciò che penso, spunti di riflessione oggi che saranno bei ricordi domani. Ho scoperto che è bello avere un luogo fisico dover poter ritrovare alcuni pensieri, fissare alcune idee. Il taccuino è come con un album di fotografie e rende momenti ed emozioni eternamente rievocabili, basta sfogliare e sfogliare e poi sfogliare di nuovo…

Chiara Alinovi, I E 

 

 

A cosa serve scrivere? 

Fin da piccola non ho mai avuto un diario, uno di quei quaderni decorati con adesivi  carini dove scrivi costantemente e in cui ogni pagina inizia sempre con “Caro diario”. Ricordo di aver provato diverse volte a prendermi l’impegno di scrivere tutti i giorni, ma finivo sempre per abbandonare dopo una settimana. Non ne vedevo l’importanza, pensavo di poter tenere tutto dentro; credevo fosse normale. 

A dieci anni invece grazie alla mia professoressa di lettere capii quanto fosse bello potersi sfogare scrivendo, lei affidò a me e ai miei compagni il compito di comprare un piccolo quaderno, decorarlo come ci piaceva e scriverci ciò che volevamo; lo chiamammo “Taccuino” perché non era un semplice diario in cui scrivere delle nostre giornate, era un luogo in cui poter esprimere sé stessi. Più gli anni passavano più mi rendevo conto di quanto mi piacesse scrivere, non racconti, non storie fantastiche, ma poesie e brevi testi. In questi potevo comunicare il mio stato d’animo, far conoscere agli altri la vera me. 

Solo allora ho capito:, scrivere non è inutile. Scrivere significa viaggiare e sentirsi liberi, significa sognare e nascondere aspetti di sé stessi in modo che poi vengano scoperti, scrivere significa sentirsi fieri e soddisfatti di sé stessi, significa comunicare con ciò che non si può esprimere. Ora che sono al liceo anche la mia nuova professoressa di lettere mi fa usare un taccuino, in questo modo posso continuare il mio percorso permettendo a nuove persone di ascoltare ciò che ho da dire.

Usare questo taccuino mi è servito molto perché mi ha permesso di colmare i vuoti creati nel corso della mia vita, spero che anche molte altre persone riescano ad esprimere sè stessi non solo attraverso la scrittura ma anche con la musica, l’arte e molto altro. Vivere è scoprire, ma per farlo bisogna avere il coraggio di correre dei rischi.

Marta Allodi I E 

I taccuini di Marta

 

“Il taccuino”, non è un libro, non è un normale quaderno, è quasi un diario che abbiamo dedicato alla poesia, alla narrativa e all’epica. Il taccuino, a differenza dei libri, è tutto da costruire ed è questo secondo me l’aspetto più interessante e divertente. Oltre a fare collage di testi e poesie, ognuno di noi era chiamato ad aggiungere le proprie riflessioni e creare contesti grafici e decorazioni.  Se devo essere sincero, all’inizio non ero molto entusiasta della proposta, ma gradualmente, settimana dopo settimana, ho iniziato ad apprezzare e a gustare questa modalità di studio. Utilizzare il taccuino infatti è un lavoro personale che permette di esprimersi e far affiorare la propria personalità. In questo è molto simile a un diario, con la differenza che non è segreto e spesso è l’occasione per condividere con i compagni di classe le proprie riflessioni. Inoltre, un altro aspetto che ho trovato stimolante è stato quello dell’uso della creatività e della fantasia, due forme di espressione che permettono a tutti di trasmettere, con modalità diverse, i propri pensieri e i propri sentimenti.  Ripensandoci oggi mi rendo conto che il taccuino mi ha aiutato a scoprire un modo diverso di studiare, più leggero, più creativo e più personalizzato, ma ugualmente efficace.  Come sintetizzare questa esperienza? Studiare… senza accorgersene.  

Giovanni Desimoni, I E 

 

In questo periodo di isolamento, ho scoperto molte cose, una di queste è quanto sia rilassante scrivere, scrivere su ogni cosa che mi capita.

L’idea di avere un taccuino mi era sempre piaciuta fin da piccola, anche se non avevo mai avuto il coraggio di prenderlo, per paura di pentirmene. Poi a settembre dell’anno scorso sono stata invitata a comprarne uno e da lì tutto è cambiato. Ogni giorno su un quadernino scrivevo quello che mi passava per la mente, quello che non riuscivo a dire agli altri. 

Inoltre il fatto di leggere una poesia a settimana mi è piaciuto molto, alcune di queste poesie anche se subito non me ne sono resa conto mi hanno aperto la mente, mi hanno fatto riflettere su argomenti mai trattati e a cui non avevo mai pensato. La cosa più bella che abbiamo fatto fino ad ora sul taccuino secondo me sono state le “thank you notes”, per una settimana, ogni giorno dovevamo scrivere tre cose per cui eravamo grati, questi testi mi hanno aiutato a capire la bellezza delle piccole cose che nella vita frenetica di tutti i giorni avevamo perso di vista. Il taccuino è stato un modo divertente e bello per riflettere che ha cambia in primo luogo chi lo scrive. 

“Perché un pensiero cambi il mondo, bisogna che cambi prima la vita di colui che lo esprime. Che cambi in esempio.” Albert Camus

Anna Pileggi, I E 

 

 

 

 

 

Sopra il taccuino abbiamo svolto molte iniziative come quella delle Thank you notes, in cui ogni giorno per una settimana dovevamo scrivere tre cose della vita per cui eravamo grati, e questa esperienza mi è servita soprattutto per rendermi conto di quante cose importanti diamo per scontato ogni giorno. 

Un altro “progetto” che abbiamo svolto sul taccuino è stato quello dall’inizio dell’anno scolastico di scrivere una poesia ogni settimana e farci poi delle riflessioni, che si collegavano alla mia vita e alla poesia, questo mi ha permesso di riuscire a tirare fuori cose che spesso non volevo ricordare. 

Il taccuino, quindi, mi è servito molto in questo anno, soprattutto nel conoscere di più i miei compagni ma anche nel conoscere di più me stessa; mi ha aiutato moltissimo anche nell’imparare a scrivere le mie emozioni e le mie osservazioni. 

Questo quadernetto mi ha fatto, quindi, capire molte cose su di me che prima o non volevo vedere o semplicemente non sapevo. 

Consiglio a tutti di avere un taccuino dove sfogarsi e dove potersi esprimere, perché serve molto a crescere e a maturare.

Alessia Alfonso, I E 

 

 

Il taccuino é anche un modo divertente per conoscere i compagni, ci é servito molto nel primo periodo per conoscere i sentimenti e i pensieri di tutti.

Ci ha aiutato anche a conoscere noi stessi; infatti molte volte scriviamo delle nostre emozioni, che magari non sappiamo neanche noi di avere, ma quella determinata cosa o argomento ci aiuta ad esprimere.

Sono grata al taccuino per avermi fatto conoscere un lato di me che non sapevo di avere, inoltre mi ha aiutato ad esprimere al meglio i miei sentimenti e il mio parere.

Lo ringrazio anche per aver fatto avvicinare la classe, per aver qualcosa in comune, é stato molto divertente anche commentare una poesia o un libro tutti insieme.

 

Asia Alinovi I E 

 

 

 

 

Sono contento di aver l’occasione di spiegare l’importanza che ha avuto per me l’uso del taccuino in questo anno scolastico.

Fino ad un anno fa non pensavo minimamente che sarebbe stato utile un taccuino per rendere più gradevole le attività didattiche. Devo ammettere che mi sbagliavo!Certo, con lo sviluppo tecnologico del giorno d’oggi, può sembrare un po’ buffo trovare innovativo segnarsi gli appunti su un normalissimo taccuino, ma secondo me, ci ricorda che non è nato tutto all’improvviso, e che la razza umana ha una lunga storia.La tecnologia, infatti, è comparsa nella nostra vita quotidiana solo qualche decennio fa, e prima si era costretti a scrivere a mano, e per prendere degli appunti di qualsiasi genere si potevano usare anche i taccuini, oggetto quasi ignoto ai giovani d’oggi.

Tutto questo discorso per dire che, in realtà, il vero progresso sono le nostre tradizioni, e solo capendo a fondo la nostra storia si può pensare ad un nuovo sviluppo del genere umano. Usando il taccuino ho capito che si riescono a interpretare meglio le emozioni che, per esempio, una poesia vuole trasmettere, cosa che con i dispositivi digitali riesce meno, visto che la maggior parte delle volte ci si sofferma più sulle doti della tecnologia che sulla poesia stessa. Insomma a mio avviso non è giusto usare unicamente la tecnologia, perché significherebbe cancellare tutte le nostre origini. Infatti, mi è servito molto usare il taccuino perché ricorda una sorta di tradizione ed è anche un’innovazione allo stesso tempo visto che non ne avevo mai usato uno.

Alberto Rozzi, I E

 

Iscrivendomi al liceo Bertolucci, sapevo che sarei andata incontro a nuove esperienze ed abitudini diverse.

E’ dall’inizio dell’anno che, nella mia classe, ognuno di noi possiede un taccuino.

Su questo taccuino, ogni settimana, ricopiamo e analizziamo una poesia diversa, scriviamo e annotiamo le nostre riflessioni riguardo ad essa e ci confrontiamo sulle nostre opinioni, talvolta anche noi proviamo a scrivere alcuni versi.

E’ un modo per sfogarsi, mettere per iscritto le proprie idee, ma soprattutto è utile per conoscere meglio i compagni di classe e se stessi.

La professoressa ci spinge a rendere le pagine più colorate utilizzando penne di colore diverso o facendo dei piccoli disegni in modo da liberare la fantasia, io in questo non sono molto esperta, ma credo di essere migliorata anche grazie all’uso di questo taccuino.

All’inizio era un po’ strano e non riuscivo bene a capirne lo scopo, lo vedevo solo come un modo per far passare la lezione più in fretta e magari saltare l’interrogazione.

Ma più lo usavo e più scrivevo più riuscivo a farlo diventare un oggetto quotidiano, un’abitudine che prima non avevo.

Non va visto solo come un oggetto scolastico, ma come un quaderno che racchiude la personalità, il carattere e le capacità di ognuno di noi.

Grazie a questo taccuino ho potuto confrontarmi e scambiare le mie opinioni con i compagni e ho capito che bisogna sempre ascoltare il parere di tutti.

Lucia Tondelli, I E 

 

 

 

ll taccuino è un libricino pieno di pagine bianche da riempire con poesie, pensieri, riflessioni e annotazioni. Uso questo strumento ormai dall’inizio dell’anno e per me è uno spazio dove mi posso esprimere tramite riflessioni, decorazioni o collage.

Per me è importante avere uno spazio scolastico dove esprimere creatività perché stimola i miei pensieri e riesce anche ad alleggerire i compiti da svolgere.

Poter scrivere riflessioni su argomenti scolastici è bello perché nell’oggettività di questi argomenti si può esprimere la propria opinione e in questo modo capire meglio quello che si sta imparando.

Inoltre fare riflessioni sui libri aiuta a capire meglio il loro vero significato e ad approfondire quello che si legge.

Con questo taccuino sono inoltre riuscito a capire che mi piace la poesia, in quanto ogni settimana viene proposta una poesia, sempre diversa. Il taccuino  mi aiuta a riflettere e a capire il suo significato.

Insomma questo taccuino mi ha portato esperienze positive ed è un oggetto che per me ogni studente dovrebbe avere e curare.

Marco Conforti, I E

 

 

 

 

Ho scoperto il taccuino solo quest’anno, è una specie di diario che curiamo in maniera personale; inseriamo una nostra presentazione, incolliamo e scriviamo poesie e testi sotto i quali annotiamo le nostre riflessioni e i nostri commenti. Sono rimasto sorpreso quando la prof ci ha invitato a decorarne le pagine ma, lavorandoci su, ha preso forma qualcosa che sento sempre più intimo.

Sul taccuino sono libero di esprimere le mie idee riguardo una poesia, un testo, un film, di comunicare quali emozioni abbiano suscitato in me, sia in forma scritta che in forma artistica per completarare la pagina con una nota di colore. 

A me, che sono un ragazzo aperto e solare, ma anche molto riservato, il taccuino è servito molto per potermi esprimere a pieno, soprattutto esprimere le mie emozioni. Ho capito che, grazie ad esso, ho iniziato a sviluppare un maggior senso critico, sia riguardo le opere che abbiamo affrontato, sia riguardo la mia personalità. Ho capito che oltre a virtù come l’ordine e la metodicità, sono importanti anche le espressioni in senso artistico che ci permettono di comunicare con la nostra fantasia.

Alessandro Roscilli, I E

 

 

 

 

 

 

 

Nicolò Barbieri, I E, Invictus

 

Caterina Dilda, I E – Giuseppe Conte, Chiedi ad un mandorlo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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