Un traguardo fuori dagli schemi per liceo Scientifico Sportivo Bertolucci. Non si è trattato di una gara di atletica, né di nuoto, né di pallavolo. Arrivare primi alla fase regionale del Premio Scuola Digitale, competizione che ha visto partecipare scuole dell’Emilia Romagna a vocazione tecnica, industriale, scientifica, apre un orizzonte inedito, dove il digitale declina verso un ambito apparentemente distante, come quello dello sport. Abbiamo chiesto al prof. Alan Mansi, docente di discipline sportive e responsabile del progetto, le ragioni della candidatura e la visione sottesa a questa nuova direzione della didattica sportiva.
Perché concorrere al Premio Scuola Digitale con il liceo Sportivo?
L’acquisizione, grazie a una tecnologia raffinata, di elementi e dati scientifici, consente ai nostri studenti di comprendere che gli schemi motori utilizzati non sono altro che l’applicazione di leggi della fisica e della meccanica. Per questo motivo l’elemento digitale è entrato prepotentemente nella nostra proposta didattica, consentendo ai nostri ragazzi di individuare le strategie più appropriate per la risoluzione delle problematiche motorie.
Questi sono i principali motivi che ci hanno spinto a partecipare.
Lo sport, per la sua connotazione prettamente “fisica”, sembra una disciplina distante dalla dimensione tecnologica e virtuale…
Cito Carl Lewis per rispondere: “ la potenza è nulla senza controllo “. Il nostro obiettivo è stato quello di privilegiare la qualità e la funzionalità del movimento, convinti che “l’essenziale nello sport è invisibile agli occhi”. Abbiamo usato rilevatori ottici, sensori inerziali, accelerometri e giroscopi all’interno delle nostre proposte didattiche; le riflessioni sui dati ci hanno permesso di elaborare programmi razionali per migliorare i pattern motori dei nostri studenti.
In che cosa consiste il progetto presentato al PSD?
Abbiamo deciso, in fase di elaborazione della nostra proposta, di riconsiderare i parametri della didattica motoria in ambito scolastico perché il livello di funzionalità dei movimenti di base risulta essere appena al di sopra dello standard minimo di riferimento. Il lavoro di ricerca ed analisi permette non solo la sterile annotazione dei valori emersi, ma di evidenziare carenze e punti di forza di ogni studente. Una visione complessa e completa che consente di acquisire competenze importanti, grazie a una tecnologia estremamente raffinata.
Il PSD ha premiato progetti che hanno un forte legame con il problem solving e con la quotidianità e trasversalità della loro applicazione. In questo senso, come si colloca il vostro progetto?
Abbiamo introdotto, di recente, il concetto di Brain Training e di associazione del pensiero al movimento. L’elemento cognitivo è così entrato nella sfera sportiva a sorpresa, sfruttando le nuove teorie sulla neuro plasticità. La trasversalità del progetto è evidente non solo nella necessità di combinare diverse discipline scolastiche (la fisica, la statistica, le scienze…), ma anche nell’apertura al territorio, che porta gli alunni a scoprire nuovi campi di applicazione delle loro competenze e ad entrare in contatto con figure professionali che possono aprire nuovi orizzonti rispetto al loro futuro orientamento lavorativo.
Qual è la visione innovativa dello sport che avete lanciato? Come si coniuga con la didattica?
Credo che l’elemento del Biofeedback (visualizzazione in tempo reale dell’errore), insieme all’elemento cognitivo (risposta ad uno stimolo visivo di diversa natura), rappresentino al meglio la visione innovativa del nostro orizzonte motorio. Inoltre, il laboratorio digitale, non è un luogo fisicamente definito. L’alunno è il centro del progetto. La nostra è una didattica digitale che si applica in situazione, sviluppando competenze che ci vengono richieste sia dalle società sportive sia dagli studi medici.
Come si sono preparati i ragazzi alla fase regionale, in tempo di COVID 19? A cosa serve mettersi in gioco in un concorso?
Non è stato difficile lavorare a distanza con un gruppo che utilizza la tecnologia quotidianamente in palestra. La competizione ha reso i nostri studenti ancora più consapevoli della potenzialità delle scienze motorie in diversi ambiti. La partecipazione al concorso ha messo in gioco anche competenze trasversali, quali il saper comunicare con efficacia, in tempi contingentati.
Ringraziamo il prof. Mansi e facciamo i nostri più vivi complimenti ai ragazzi del liceo sportivo per il traguardo raggiunto.
Pronti per la fase nazionale. La partita è ancora tutta da giocare!
GUARDA IL VIDEO del progetto!