L’arrivo di Odisseo presso l’isola dei Feaci
Di Mattia Lombatti
Ho scelto questa fotografia del fotografo Marco Vacca perché ha come un tema caratteristico l’ospitalità, più precisamente la richiesta di essere accolto e ospitato.
Anche nel passo di Odisseo e Nausicaa avviene questa richiesta, infatti Ulisse, in quanto straniero chiede umilmente di essere ospitato, come la donna nella foto. L’unica differenza tra l’eroe greco e quest’ultima è che Odisseo, sebbene fosse straniero non era visto come “nemico”, ma come supplice sventurato, questa donna invece, come la maggior parte dei migranti africani, è vista quasi come una nemica, una minaccia, o comunque una presenza ostile che sarebbe meglio non avere all’interno proprio Stato, regione o addirittura città.
Nel passo Nausicaa si rivela molto gentile e, in un certo senso, accetta le richieste di Odisseo: gli dice che i Feaci abitano quella terra e che gli mostrerà la città, si presenta e soprattutto lo ospita molto graziosamente. I gesti e le azioni che concretizzano l’ospitalità verso Ulisse da parte della principessa sono il dono di un panno per coprirsi, cibo e bevande, e il posto in cui farsi un bagno per rimuovere la salsedine dalla pelle.
Il palazzo e il giardino di Alcinoo
Di Asia Alinovi
Foto di Massimo Zanotti
Premio internazionale di fotografia naturalistica Oasis
Ho scelto questa foto perché guardandola mi immagino che sotto lo strato di nebbia ci sia il magico giardino di Alcinoo.
Omero lo descrive come un eden perduto in cui non si conosce l’alternanza delle stagioni, dove gli alberi sono carichi di frutti; inoltre il giardino é stato fatto dagli dei, quindi é un paesaggio surreale.
Secondo me Massimo Zanotti é riuscito a riproporre con l’immagine l’idea del fantastico e surreale.
Odisseo si rivela ai Feaci
di Alessandro Roscilli
Ho scelto questa foto scattata in Sicilia, durante il 2° conflitto mondiale, dal fotografo ungherese Robert Capa il 05 Agosto 1943. La foto è in bianco e nero; rappresenta un paesaggio collinare dove, in lontananza, si vede la cima adornata da pochi alberi e sovrastata dal cielo che sembra terso. In primo piano, spiccano due persone che dialogano: un soldato americano che ascolta indicazioni da un uomo del luogo. Il soldato, di giovane età, è accovacciato, indossa un paio di anfibi, la divisa militare ed un elmetto sul capo. L’uomo al suo fianco, gli tiene una mano sulla spalla e, nell’altra, tiene un lungo bastone; indossa scarponi da lavoro, pantalone scuro, camicia e gilet, sul capo ha una bandana.
L’immagine mi ha evocato il dialogo tra Odisseo e Alcinoo in quanto il soldato americano, straniero in Italia, mi ha fatto pensare ad Odisseo, straniero tra i Feaci.
Il signore che da indicazioni, l’ho paragonato ad Alcinoo perchè ha un atteggiamento sicuro e sembra dare indicazioni precise così come erano i Feaci nell’accompagnare i naufraghi ad un approdo sicuro.
Polifemo
di Nicolò Veneri
La foto che ho scelto ha come soggetto una immagine naturalistica che mi ricorda l’occhio di Polifemo, dell’immagine mi colpisce il fatto che un lago circondato da piante possa ricordare all’occhio e a una creatura mitologica così spaventosa.
Ho scelto questa foto perché rimanda alla caratteristica fisica più importante di Polifemo, sopratutto nel momento più importane dei 125 versi che ho letto (105-230), cioè il momento in cui Polifemo entra nella caverna e trova Ulisse e i suoi compagni mentre rubano il gregge e il formaggio.
Immagino l’occhio mentre si socchiude esprimendo le emozioni provate da Polifemo nello scoprire che ci sono esseri umani nella sua caverna.
Trovo particolare come Polifemo, riesca a esprimere molti dei suoi sentimenti e pensieri attraverso il singolo occhio che ha in fronte. Ad esempio, immagino che si possa capire dallo sguardo del ciclope il fatto che stia provando rabbia, sconcerto e stia pensando cosa fare con Ulisse e i suoi.
Guardando la foto immagino Polifemo che entra nella caverna e, trovandosi di fronte a dei piccoli umani, progetta di rinchiuderli e di mangiarli uno a uno, come spuntini.
Circe
di Chiara Alinovi
Ho scelto questa fotografia di Burt Glinn, risalente all’anno 1963 dal sito Magnum Photos (https://www.magnumphotos.com/) che raffigura Sophia Loren tra due specchi che creano un effetto ottico di riflessione.
Ho scelto quindi questa fotografia perché in essa ritrovo il tema dell’inganno, fondamentale nel passo che racconta l’incontro tra la Maga Circe e l’astuto Odisseo.
Lo specchio rappresenta infatti una copia della realtà che però non corrisponde ad essa. Perché ciò che appare su uno specchio è solamente il riflesso virtuale di ciò che è veritiero.
Allo stesso modo l’immagine della maga che si presenta a Odisseo è un’immagine falsa, costruita dalla stessa Circe per ingannare gli uomini. Ella infatti appare come una donna affascinante e sfrutta questa qualità per sedurre gli uomini, che cadono nella sua trappola.
Odisseo prigioniero di Circe
di Alberto Rozzi
Questa foto è stata scattata nel 2010 dalla famosa fotografa Evgenia Arbugaeva, non ha un titolo, ma appartiene alla seria creata da lei chiamata Amani. Secondo me, rappresenta molto bene la parte finale del racconto di Circe, nel libro X dell’Odissea.
Io immagino, infatti, che il topolino bianco rinchiuso nel barattolo sia Odisseo, mentre il contenitore lo paragono all’isola della maga Circe, Eea. Secondo le descrizioni Eea è vicino al regno dei morti, e nella fotografia il barattolo sul retro che contiene un serpente spaventoso, lo illustra, secondo me, discretamente bene.
Odisseo stava molto bene da lei, ma i suoi compagni gli ricordano che il suo destino è tornare in patria da suo figlio Telemaco e da sua moglie Penelope.
Questa foto rappresenta il momento in cui Odisseo riflette sulle frasi pronunciategli dai suoi compagni, infatti lui pensa ancora ai suoi famigliari, e capisce che è la cosa giusta da fare.
Dalla foto si capisce bene questo momento infatti il topolino sembra che stia pensando, e nel riflesso del barattolo si intravvede qualcosa, quasi come se fosse un sogno.
Secondo il mio ragionamento, arrivando alla fine del racconto il topolino dovrebbe essere rivolto con la faccia nell’altro senso, visto che si deve dirigere verso il regno dei morti.
Odisseo nell’Ade: l’incontro con l’ombra di Agamennone
di Riccardo Riccò
Ho scelto questa foto perché secondo me rappresenta la sofferenza di Agamennone in tutte le sue sfaccettature.
Ferito dalla guerra, dopo aver perso vari compagni nonostante la vittoria, tornato a casa è stato tradito dalla moglie e da un amico, probabilmente le due persone di cui pensava si potesse fidare di più.
Quando le persone che più ti stanno a cuore e di cui pensi di poterti fidare ti tradiscono ti senti preso in giro e forse qualcosa di più, ti senti uno stupido ad essere stato con loro per tutto quel tempo e a non aver notato il loro tramare alle tue spalle accecato dalla loro bontà nei tuoi confronti.
Il ragazzo nella foto piange quando si rende conto di quello che è successo e gli sta succedendo intorno, a differenza sua Agamennone piange perché ricorda tutto il suo passato glorioso in guerra e il tragico destino che lo ha aspettato una volta tornato a casa.
Autore della foto: ignoto
Sito internet: https://www.keblog.it/foto-storiche-emozionanti/
L’incontro con Penelope
di Marta Allodi
Si tratta di una fotografia scattata da Elliott Erwitt in California nel 1955.
Ho scelto di rappresentare il passo con questa foto perchè credo che esprima gioia e amore come al termine del brano “Il segreto del talamo”.
Inoltre ho interpretato questa immagine come un amore trascorso e ormai cessato, infatti lo specchietto della macchina è rivolto verso il retro dell’auto e raffigura i due innamorati che si danno un bacio; è come se quello specchio guardasse nel passato i due ragazzi innamorati, mentre nell’attualità è tutto diverso.
Credo che questo aspetto dell’amore passato riprenda perfettamente la storia di Odisseo e Penelope che pur essendo lontani si amano, ma ormai hanno perso le speranze nel ritrovarsi. Quando si incontrano di nuovo, Penelope non è certa dell’identità dello sposo, per questo motivo discutono, ma quando lui le prova di essere il suo vero marito, questi riprendono ad amarsi come molti anni prima.
Ho trovato inoltre una frase sulla fotografia di Elliott Erwitt che mi ha colpito molto:
“Volevo fare qualcosa di indipendente nella vita. La macchina fotografica ti porta in situazioni dove non andresti mai”
La foto è stata presa dal sito “ Things I like today “ nella categoria fotografia.