A LEZIONE DI STRUMENTO AL TEMPO DEL CORONA VIRUS. L’esperienza della didattica musicale al Liceo Bertolucci

A cura di Adele Spina

E’ successo tutto molto in fretta. Il venerdì a scuola, le solite lezioni, le solite prove, il compito da preparare per il lunedì, un virus nuovo, che per quanto fosse vicino, grazie ai telegiornali e ai social, era ancora tanto lontano. Poi sabato, e la chiusura delle prime università, i primi casi, i primi allarmi. Domenica era tutto già abbastanza presente, ma sembrava ancora uno scherzo, una cosa che non ci sarebbe mai toccata di persona. Le famose ore 17 di domenica 23 febbraio: chiuse tutte le scuole di ogni ordine e grado. Panico generale. 

No, o comunque non al liceo Attilio Bertolucci di Parma , scuola che, tra le tante caratteristiche è anche scuola 3.0: fin dalle prime ore dopo la notizia della chiusure una task force di insegnanti si è messa all’opera ed è riuscita a organizzare una settimana di scuola del futuro, una scuola digitale a tutti gli effetti. 

Nella nostra scuola la frase più importante è da sempre l’opera del grande poeta Bertolucci “Assenza più acuta presenza”, e così è stato che, nonostante la scuola fosse chiusa, e noi si risulti ogni giorno assenti in aula, siamo in realtà più presenti che mai, utilizzando piattaforme online, documentari e programmi che possano andare a sostituire parzialmente la presenza  fisica dei professori, i quali anch’essi sono qui con noi, nella scuola parallela, quella della rete. 

L’assenza delle lezioni frontali del mattino è più che compensata dal lavoro online, ma ciò che è davvero degno di nota, è stata l’organizzazione dei nostri insegnanti nel riuscire a farci procedere anche con le lezioni di esecuzione e interpretazione. La disponibilità di ognuno di questi nel contattarci tramite videochiamata, o nell’ascoltare i nostri audio, nel visionare i nostri video, per poi correggerci e aiutarci, fa capire quanto la musica, e i legami che essa crea, non si riescano a fermare nemmeno con un nuovo virus in circolazione. 

La mia esperienza, di lezione di pianoforte tramite skype dal suono simile ad una pentolaccia mista a suoni alieni, è solo una delle tante che in questi giorni abbiamo vissuto. 

Eccone altre…

  Fare lezione online di pianoforte, quindi senza avere accanto fisicamente il professore, è un’esperienza diversa, ma, in situazioni critiche come questa che stiamo vivendo, è un’alternativa abbastanza efficace; è chiaro che non potrà mai essere la stessa cosa che avere il professore che ti fa esempi e ti aiuta di persona. Io preferisco sempre la lezione “faccia a faccia”, anche se è stato piuttosto divertente (quando la connessione è riuscita a reggere): la parte più bella è stata vedere la faccia del prof appena siamo riusciti a connetterci e a trovare un giusto equilibrio del telefono, così come quando ci siamo salutati. E’ stato strano e insolito, sicuramente diverso, ma alla fine la lezione è stata fatta.  

Leonardo Fadda 1M

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Trovo questo metodo molto utile e funzionale, adatto a far fronte a questa situazione. Permettere agli studenti di poter continuare a usufruire delle lezioni di strumento e ai docenti di poter andare avanti con i loro programmi, senza difficoltà. Io per esempio, per poter continuare a usufruire delle lezioni di strumento, ho inviato audio e video alla mia insegnante, e lei, dopo averli ascoltati, mi inviava le correzioni con video o messaggi vocali. La cosa più bella, per me,  è stata 

quella di aver potuto osservare che, nonostante tutta questa situazione, i nostri docenti non si sono persi d’animo, ma anzi, hanno fatto di tutto per continuare a garantirci le lezioni, e questa, secondo me, è la cosa più importante.

Sofia Bartoli 2M

 

Cercando di distinguere il vero dal falso tra la miriade di notizie che ci raggiungono da ogni dove sull’emergenza Coronavirus, ho trovato la lettera che il Preside del liceo scientifico Volta di Milano ha scritto ai suoi studenti, lettera che ha avuto grande eco sui giornali: “Uno dei rischi più grandi in vicende del genere, ce lo insegnano Manzoni e forse ancor più Boccaccio, è l’avvelenamento della vita sociale, dei rapporti umani, l’imbarbarimento del vivere civile. L’istinto atavico quando ci si sente minacciati da un nemico invisibile è quello di vederlo ovunque, il pericolo è quello di guardare ad ogni nostro simile come ad una minaccia, come ad un potenziale aggressore”. https://www.liceovolta.it/nuovo/

Mi ha colpito molto il suo consiglio, perché è esattamente quello che stiamo seguendo nel nostro Liceo Attilio Bertolucci, che ha attivato subito una rete di collaborazione tra insegnanti e studenti per non interrompere lo studio. Le nostre lezioni di musica ne sono un esempio emblematico: basti pensare ai video, alle chiamate, ai consigli via digitale. Questo è un modo per mantenere viva quella rete di relazioni sociali che consente di evitare l’imbarbarimento sociale. schreen-articolo2

Carlotta Sarina 4M

 

Che dire della tecnologia… Utile o inutile? Beh la dimostrazione c’è stata data proprio in questi giorni di difficoltà, dove con i nostri insegnanti di strumento siamo riusciti da casa a fare lezione. E voi vi chiederete come: tramite una video chiamata o scambi di video di esecuzione strumentale !!!!Si proprio così, sembra strano, ma è vero. Inizialmente ero scettico riguardo questa modalità, che in ambito musicale  mi pareva di scarsa validità dato che necessita solitamente di un rapporto molto più diretto  rispetto ad una lezione frontale dal banco, ma si è rivelata molto efficace e funzionale, tanto che abbiamo fatto lezione più di un giorno.

Matteo Benassi 5M

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