Ad inizio gennaio 2020 il mondo è venuto a conoscenza di un nuovo tipo di virus proveniente dalla Cina che affligge l’apparato respiratorio.Inizialmente nessuno di noi ha preso sul serio la cosa, sui social giravano meme, vignette divertenti sull’argomento e commenti che inneggiavano all’esagerazione per un’apparente influenza.
Ora la situazione è cambiata drasticamente: le persone che prima inneggiavano all’esagerazione ora sono le prime a svuotare i supermercati, fare scorta di amuchina e mascherine. I meme e le vignette che prima servivano a ridere e scherzare ora vengono usati per sdrammatizzare la situazione ogni qualvolta si senta di un nuovo decesso nel nostro paese.
In Italia il governo ha deciso di chiudere le scuole nelle regioni che sono state colpite principalmente dai contagi del virus.
L’Emilia Romagna è una di queste e noi del liceo Bertolucci di Parma stiamo sperimentando in prima persona l’effetto della chiusura delle scuole. La nostra prima reazione è stata quella di tirare un sospiro di sollievo poiché associavamo il fatto di non andare a scuola ad una settimana di pausa generale, in realtà non è stato così. Il nostro preside insieme a tutti docenti è riuscito a trovare un modo per non perdere questi giorni di scuola attraverso l’uso delle modalità e-learning, del registro elettronico e dei meeting online. I compiti vengono assegnati ad inizio settimana su Google Classroom con una deadline che va assolutamente rispettata, i meeting organizzati tramite Google Calendar e realizzati con Meet…
Il compito più arduo e importante che viene affidato agli studenti è però lo sviluppo di una responsabilità in termini di organizzazione e del lavoro.
Lo studio da casa è sicuramente più rilassante e tranquillo, infatti possiamo definire da soli i nostri orari di lavoro in base anche alla conoscenza di noi stessi (di conseguenza svegliarsi magari un po’ più tardi e andare a letto un po’ più presto), studiare in ambienti più familiari e in modalità più informali ( anche con i nostri animali domestici accanto), e magari trovare conforto nel cibo in momenti di studio critico senza mancare di rispetto ai docenti. Inoltre per chi abita fuori Parma l’assenza di una corsa all’autobus (e in autobus) giornaliera è un vero e proprio sollievo.
Certamente un punto di debolezza del lavoro da casa è la mancanza di interazione diretta, sia con i compagni che con i docenti. Probabilmente a tutti noi manca vedere i nostri amici e qualcuno che, se si hanno dei dubbi, ascolta pazientemente e rispiega per più e più volte gli argomenti poco chiari. Alla fine noi studenti, che avevamo sperato in una settimana di vacanza in totale libertà, ci siamo dovuti ricredere, poiché abbiamo testato di persona che lo studio da casa prevede un maggiore impegno rispetto ad uno studio guidato e mirato in classe, oltre ad essere anche più monotono vista l’assenza dei compagni.
Per quanto riguarda la vita di tutti i giorni, essa non ha subito grandi cambiamenti: pensiamo che nonostante la situazione di emergenza si possa tranquillamente vivere quasi seguendo la norma. Le fake news, la disinformazione e il fatto che sia oramai diventato un caso mediatico stanno creando il panico, un allarmismo quasi ingiustificato tra la popolazione, portando anche diverse compagnie alla speculazione su prodotti come mascherine e amuchina che ora raggiungono prezzi da panico online. Senza contare i diversi casi di persone che si sentono autorizzate a fare commenti razzisti a causa dell’origine asiatica del virus; commenti assolutamente insensati e ingiustificati di persone poco acculturate, in quanto esso poteva svilupparsi ovunque.
Fortunatamente sembra che in Australia e in America due vaccini abbiano superato i test sugli animali e stiano per iniziare quelli sulle persone. Tutti quanti speriamo in fondo che la situazione si possa risolvere il più presto possibile insieme alla fine di questo panico, dell’attuale fomento del razzismo e dello sfruttamento di questa situazione per lucrare su diversi prodotti sanitari e per poter tornare a condividere esperienze e emozioni con le persone a noi care. Martinelli Federica e Mazzali Alice 2^F
Da lunedì 24 febbraio fino al sabato successivo gli studenti di ogni età saranno a casa da scuola. Prima sono state chiuse le università (perché frequentate da persone provenienti da diverse parti d’ Italia), poi tutti gli altri istituti, dagli asili alle superiori. La causa probabilmente è già nota a tutti: il nuovo virus è arrivato in Italia e in pochi giorni il nostro Paese è diventato il terzo al mondo per numero di contagiati.
Inizialmente crediamo che tutti abbiano pensato nello stesso modo: sarà una settimana di riposo, in cui ci si sveglierà tardi e ci si potrà rilassare. È bastato poco tempo, però, per capire meglio la situazione e smorzare l’entusiasmo collettivo; in due giorni ci siamo ritrovati a non poter più entrare a scuola né in molti luoghi pubblici, e a non poter praticamente più usufruire dei mezzi di trasporto (come autobus e treni). Tutto ciò a causa della paura smisurata della gente, che ha deciso di barricarsi in casa, svaligiare i supermercati ed evitare il contatto con chiunque, spesso basandosi solo sui pregiudizi; ad esempio uno di questi giorni mi è capitato di tossire mentre ero in fila alla cassa di un supermercato, e vedere una donna della mia stessa fila scappare verso un’altra cassa. In mezzo a questo clima, è difficile mantenere il precedente entusiasmo per la settimana a casa e, al posto, arriva un sentimento di oppressione. Ci possiamo consolare a vicenda pensando che siamo tutti sulla stessa barca.
Marianna Massari 2^E e Niccolò Napolitano 3^B
Questa esperienza è molto particolare penso per ognuno di noi studenti. Già solo il fatto di essere confinati a casa per evitare il contagio non è il massimo, poi queste reazioni esagerate da parte delle persone che svuotano interi supermercati non migliora
di certo la situazione. La mia routine non è nulla di particolare. Mi sveglio verso le 8.30 faccio colazione, leggo libri, studio, faccio i compiti. La parte più scomoda di questa faccenda, per me, sono le lezioni online. Devo ammettere che, le lezioni con video e senza un professore a spiegare mi mettono abbastanza in difficoltà. La faccenda in sé non mi spaventa più di tanto, infatti non capisco il panico generale che si sta diffondendo.
Più che altro sono preoccupato per i miei nonni. Sono due persone molto anziane, e ho paura che vengano colpite dal corona virus. So che la maggior parte delle vittime di questa epidemia sono persone anziane con problemi di salute, e loro due corrispondono perfettamente a questo “target”. Crugliano Alessandro 1G
Questa mattina mi sono svegliata alle 7.30 senza l’ansia di dovermi preparare frettolosamente. Ho fatto colazione e nel frattempo ho avviato il computer. Dopo aver capito il lavoro che avrei dovuto svolgere ho iniziato a guardare i video e a fare i compiti assegnati, con tranquillità ma allo stesso tempo con la consapevolezza di dovermi impegnare come se fossi in classe.
La scuola on-line è bella sì, puoi studiare e assistere alle lezioni, comodamente da casa tua, gestendo il tuo tempo e acquistando senso di responsabilità poiché devi consegnare i compiti nel tempo stabilito e assistere alle lezioni con costanza.
Non vedo l’ora però di tornare a scuola per rivedere i miei compagni e per rivivere la bella atmosfera che c’è nel “mio” liceo. Valentina Forlani 1G
In questo periodo, essendo fine Febbraio, è strano essere a casa per alcuni giorni e lo è anche il motivo per cui si sta a casa, perchè credo che nessuno di noi avesse vissuto un periodo simile. Essere a casa e dover lavorare proprio da qui è forse meglio di dover andare a scuola perchè si può dormire un po’ di più, e non ci sono verifiche. Nonostante ciò i compiti ci sono e quindi bisogna dedicare sempre abbastnza tempo per tenersi al passo, in modo che poi non si debba lavorare troppo nei periodi più avanti. Dibiase Leonardo 1F
L’e-learning è una forma di apprendimento teledidattico che può essere svolta tramite contenuti multimediali erogati attraverso internet su apposite piattaforme. Sebbene gli edifici scolastici siano temporaneamente chiusi, noi siamo fortunati ad utilizzare questa modalità di apprendimento poiché la formazione continua di uno studente è un dovere ineluttabile. Pertanto le insegnanti ci hanno inviato lezioni e compiti attraverso piattaforme come classroom e il registro elettronico, in modo da poter svolgere le attività assegnate, entro date di scadenza determinate. A mio parere questo tipo di lezione ha dei vantaggi e degli svantaggi. Ad esempio, io trovo vantaggioso avere a disposizione consegne e materiali, direttamente a casa, dove poter gestire il tempo per effettuare al meglio e con consapevolezza il mio lavoro, organizzandomi bene per rispettare le priorità delle scadenze di consegna. Trovo invece negativo lo stato di ansia provocato dal dover frequentemente controllare le varie piattaforme, in modo da non dimenticare compiti da svolgere. Inoltre sento la mancanza delle relazioni con i miei compagni e gli insegnanti della classe, noi ragazzi abbiamo la necessità di fare gruppo e di imparare anche attraverso un sorriso, un gesto o una parola affettuosa. Baretti Gloria 2F
L’emergenza del coronavirus ha cambiato le mie giornate perché da lunedì 24/2 le condivido quasi interamente con mio papà che, a titolo precauzionale, deve lavorare da casa in smart working. Durante la settimana lavorativa tipo lo vedo solo un paio d’ore alla sera perché di solito torna tardi dall’ufficio. Ora invece gestisce il suo lavoro da casa, comprese le riunioni in Skype e le conference call, proprio come io gestisco le mie attività con l’e-learning. E proprio come lui è costantemente connesso con la sua azienda, io lo son
o con i professori e con i miei compagni. La mole di lavoro da svolgere a casa in autonomia e in scadenze ravvicinate è tanta, ma i gruppi di WhatsApp ci tengono in contatto e, se abbiamo bisogno di chiarimenti le prof sono sempre disponibili. In questa circostanza la tecnologia ci sta aiutando tantissimo a tenere il passo e a non perdere tempo prezioso per lo svolgimento dei programmi. Luca Baldini 3A