Venerdì 30 maggio i ragazzi della redazione del magazine del Bertolucci hanno avuto la splendida occasione di partecipare all’incontro con il giornalista di Rai 3, Riccardo Iacona, accompagnati dalle prof. Borelli, Fontana e De Ioanna.
Cosa vuol dire essere un vero giornalista?
Iacona ha parlato delle sue esperienze passate e del suo stile di ricerca e di vita giornalistica portando inchieste concrete da lui condotte: l’ultima, che sarà in onda a settembre prossimo, riguarda il cosiddetto inverno demografico, ovvero il progressivo indebolimento del tessuto demografico europeo ed in particolare di quello italiano. Gli italiani, spiega, sono soliti fare pochi figli anche perchè, rispetto ad altre nazioni europee, soffriamo di mancanza di incentivi statali. La demografia ci dice che con il trend attuale la popolazione italiana tra 100 anni sarà solamente di 16 milioni, contro gli attuali 60: una vera strage!
Presa diretta, invece di parlare di politica in modo tradizionale, scegliere di analizzare i dati, in questo caso le leggi della demografia: i dati non mentono. E di dati Iacona ne snocciola una serie, insistendo sull’importanza di raccontare notizie più, tralasciando quelle del cassamortaro, cronista di tragedie, disgrazie, negatività. Le storie positive sono sì più difficili da raccontare poiché hanno bisogno del fiuto e della voce del bravo giornalista, ma sono quelle che possono fornirci un’idea più corretta della realtà e domande meno banali. Tanti sono gli aneddoti che ci racconta, dei dieci anni di Presa diretta, dell’atmosfera in Rai, delle pressioni più o meno forti dalla politica, dei suoi esordi con Santoro, e delle sue inchieste in giro per il mondo. Cita alcune puntate di grande successo di pubblico: Iperconnessi, il servizio su Stamina, la puntata su Parma o quella sulla Calabria.
Il vero giornalista racconta il mondo guardando da un buco piccolo così, scegliendo storie piccole ma con un potenziale universale, che ci insegnano ad andare oltre al nostro naso e a difenderci dalle aggressioni del mondo esterno. La vera partita, insomma, sono i dati reali e il saperli interpretare. Se le storie piccole poi hanno anche un potere educativo, e possono suscitare emulazione, è ancor meglio. Cita l’esempio della città di Mechelen in Belgio, che ha saputo trasformarsi guidata da un sindaco illuminato. Iacona è pieno di passione, mentre ci racconta del suo mestiere: il giornalista parte, si interroga, non sa dove andrà a concludere la sua ricerca… ma quando trova risposta, deve immaginare di fornirle al proprio pubblico in modo organizzato, consapevole, dando spazio alle storie che aprono scenari e scardinano le solite verità acquisite. Storie che portino a un protagonismo civile, così l’ha chiamato, dove la solitudine si può spezzare solo con la conoscenza.
Di sicuro la sua capacità eloquente e accattivante ci ha affascinato, rapendo la nostra attenzione e facendoci riflettere. Un vero incontro faccia faccia dove abbiamo potuto conoscere un mondo nuovo e misterioso, difficile e complesso: quello del giornalismo di inchiesta. E da settembre riprendono le puntate, che non ci perderemo.
Giorgia Gelati e Prof. Borelli