Da più di anno la nostra scuola è coinvolta nel progetto Welab&Wemap, un’azione Service Learning
ambientale, in cui gli studenti di 30 scuole, coordinate dal Liceo Bertolucci, sono impegnati ad
analizzare in laboratorio le acque del fiume, del canale o del torrente che scorre vicino al loro Istituto
per arrivare a creare una mappa della qualità delle acque dell’intero territorio provinciale. Le analisi
che si stanno svolgendo sono di tipo chimico e hanno come obiettivo quello di determinare la quantità
di nitrati presenti nelle acque. Per farlo, si utilizza una procedura che prevede l’utilizzo del modulo
fotometro di WELAB, un piccolo laboratorio mobile messo a punto da una start-up di Parma.
WELAB è dotato anche di un modulo microscopio che si può utilizzare direttamente in fiume per studiare i macroinvertebrati presenti nelle acque, come abbiamo fatto noi di terza A durante la nostra uscita lungo il Baganza, nella zona di San Ruffino. Questa attività non era prevista dal progetto WELAB&WEMAP, ma è stata significativa perché ci ha permesso di capire come si valuta lo stato
ecologico di un corso d’acqua. I due ricercatori del Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università di Parma che ci hanno accompagnati, ci hanno infatti spiegato che le ultime normative sul monitoraggio delle acque superficiali prevedono non solo la determinazione della quantità degli inquinanti chimici ma anche la valutazione di indicatori biologici, tra i quali proprio i macroinvertebrati bentonici, ossia organismi di dimensioni non inferiori al millimetro che vivono in tutti gli ambienti fluviali. Essi sono ottimi bioindicatori, in quanto sono presenti in quantità abbondanti, sono relativamente facili da campionare e classificare e rispondono alle variazioni del loro habitat. Ad esempio, l’effetto dell’inquinamento sulla composizione delle comunità acquatiche si manifesta con una diminuzione delle specie sensibili (come ad esempio le larve di Efemerotteri, Plecotteri eTricotteri) e il contemporaneo aumento delle specie meno sensibili (come ad esempio i Ditteri). Per campionare ci siamo serviti di un apposito retino, posizionato controcorrente, che ci ha consentito di raccogliere un buon numero di organismi che poi abbiamo analizzato con il microscopio di WELAB e classificato attraverso l’uso di chiavi dicotomiche. Ecco cosa abbiamo trovato:
E quindi, cosa possiamo concludere? Da un confronto tra i nostri risultati con quelli degli studi che i biologi che ci hanno accompagnati avevano già fatto in quel tratto, lo stato ecologico del Baganza è risultato sufficiente, cioè si può collocare nella classe intermedia delle 5 classi di qualità possibili per un corso d’acqua.