Due cugini, figli di due sorelle gemelle, nati in un paese di provincia, Noceto. Tre anni di differenza l’uno dall’altro, un legame tra loro fraterno, entrambi con un grande talento ed una travolgente identica passione: il rugby!
Lo sport di squadra per eccellenza, d’origine britannica, ormai diffuso in tutto il mondo. Sapete com’è nato? La leggenda narra che nel 1823 un giovane studente britannico, William Webb Ellis, durante una partita di calcio, afferrò la palla con le mani e cominciò a correre verso la linea opposta di fondo campo e così nacque il rugby.
Uno sport certamente duro e cruento, ma che in realtà racchiude in sé i più sani principi di lealtà sportiva. E’ famoso per il suo “terzo tempo”, quando al termine della partita le due squadre si riuniscono assieme per festeggiare l’incontro appena concluso lasciando da parte qualsiasi attrito.
Abbiamo intervistato questi due famosi cugini rugbisti, per conoscere la loro storia e capire meglio la loro grande passione per questo sport.Uno, Filippo Ferrarini, classe 1990, 183 cm di altezza per 108 kg, terza linea nel Rugby Reggio, cresciuto nelle giovanili del Noceto, ha vestito in precedenza le maglie di Crociati, Aironi, Zebre e Mogliano. Un anno trascorso negli Usa con la maglia dell’Ohio Aviators. Convocato nella nazionale under 16, under 18, under 20 e nell’Italia Emergenti. L’altro, Marcello Violi, classe 1993, 178cm di altezza per 82 kg, mediano di mischia nelle Zebre. Cresciuto nelle giovanili del Noceto e nell’Accademia Federale Ivan Francescato, ha vestito in precedenza le maglie di Crociati e Calvisano. Convocato nella nazionale under 20, nell’Italia Emergenti e nella Nazionale Maggiore.
Come è iniziata la vostra passione?
Marcello: “Ho iniziato a giocare a rugby all’età di 5 anni, andavo a vedere mio papà che giocava e mio zio che allenava quando ero ancora nel passeggino. E’ stato naturale per me scegliere questo sport.”
Filippo: ”La mia passione è nata quando avevo 6 anni, a quei tempi il Noceto era molto forte ed era impossibile non avvicinarsi a questo magnifico sport.”
Qual è stata l’emozione più grande?
Marcello: “La vittoria del secondo scudetto con Calvisano perché eravamo sfavoriti, la partita è stata combattutissima e la vittoria è stato qualcosa di unico. Poi ovviamente l’esordio in nazionale a Torino: un’emozione incredibile”
Filippo: ”Sicuramente è stato il giorno del mio ventesimo compleanno quando per la prima volta giocai nelle Zebre insieme a Marcello, un sogno realizzato.”
C’e’ competizione tra di voi?
Marcello: “Giocando in ruoli diversi non c’è mai stata competizione, anzi quando possiamo ci aiutiamo a vicenda”
Filippo: “Non è vero, la competizione c’è sempre stata, ma non solo nel rugby, in tutto anche quando giochiamo a Fifa… Marcello non lo ammetterà mai, sono io il più forte!”
Come siete riusciti a conciliare sport-amici-studio?
Marcello: “Per mia fortuna tutti i miei migliori amici giocavano a rugby con me, quindi il divertimento era doppio. Poi ho avuto la fortuna di essere stato selezionato dall’accademia del rugby di Tirrenia dove le giornate erano già tutte programmate tra studio e sport.”
Filippo: “Non è stato facile, ci vuole grande volontà e programmazione. Frequentavo il Romagnosi e facevo due allenamenti al giorno, la sera studiavo per avere più tempo da dedicare allo sport.”
Cosa ami di più del rugby?
Marcello: “Mi piace giocare, le emozioni che provi prima della partita non le provi da nessun’altra parte.”
Filippo: “Pur essendo uno sport di squadra, è una sfida 1 vs 1, è anche uno sport di grande sacrificio che ti fa legare molto sia con i compagni che con gli avversari”
Hai mai dovuto affrontare momenti difficili?
Marcello: “Due anni fa mi sono rotto il ginocchio, ho dovuto fare due operazioni, stare lontano dal campo mi faceva male ma sono riuscito a trovare le motivazioni per lavorare sodo e tornare il prima possibile.”
Filippo: “ Un brutto infortunio che mi ha tenuto fermo un’intera stagione, ma ho imparato che bisogna affrontare le cose con positività, prendendo il meglio da ogni situazione. Bisogna cercare di fare ciò che ti rende felice anche se può sembrare duro o un sacrificio.”
Come riesci a gestire le tensioni prima di una partita?
Marcello: “Cerco di isolarmi ascoltando un po’ di musica, ma a volte non basta così cerco il compagno più simpatico per ridere un po’ in sua compagnia.”
Filippo: ”Ho una routine che parte dal giorno prima: mangio sempre le stesse cose e guardo sempre lo stesso film. Alla mattina della partita preparo la borsa sempre nella stessa maniera e ascolto la musica con gli amici. Durante il riscaldamento mi focalizzo sull’obiettivo e si comincia a fare sul serio.”
Marcello e Filippo, una vita passata tra libri di scuola e il pallone da rugby,tra scarpe e i vestiti per andare a scuola e scarpette con i tacchetti e divise sporche di fango… uniti nel divertimento e il sacrificio.
La loro storia ci insegna che non si ottengono risultati senza fatica.
Federico Furlotti 1S