Costruiamoci la nostra società, insieme

“Mors tua vita mea”: questa è la regola cardine dell’economia capitalistica odierna. Se qualcuno guadagna, lo fa sulle spalle di qualcun altro; da una parte del mondo c’è il ricavo, il profitto, la speculazione, dall’altra lo sfruttamento. Da questa situazione sbilanciata emerge l’idea di un mercato “pulito”, una cultura collaborativa, un’economia civile: la sensibilizzazione su questo tema è stato l’obiettivo dell’incontro organizzato da Confcooperative il 25 ottobre al teatro Pezzani a cui hanno partecipato le classi 4A e 4E. “In occasione del nostro settantesimo abbiamo deciso di festeggiare con i giovani” queste sono le parole del direttore di Confcooperative Parma Andrea Gennari che ha aperto la giornata; per guardare al futuro, avvicinarsi ai giovani ed entrare nelle scuole è però necessario spiegare ai ragazzi cos’è l’economia civile. A questo proposito Michele Dorigatti, docente universitario, ha spiegato le origini dell’economia civile partendo da San Francesco (sant’uomo che gettò le basi del lavoro cooperativo) e da Antonio Genovesi (docente universitario di economia vissuto nel XVIII secolo): il lavoro è da sempre quell’attività che porta dignità all’uomo e, poiché tutti gli uomini ne hanno diritto, è necessario sviluppare forme di lavoro sostenibili attraverso la cooperazione.  image1-1

Non solo, la cooperazionimages e è necessaria anche per rendere l’uomo felice e quindi per fare funzionare la società, per rifondarla su valori reali e collaborativi. Tutto ciò si è tradotto nella pratica con il movimento “Slot Mob”, illustrato sempre da Dorigatti,  che si pone come obiettivo la rimozione delle slot machines; per questo premia i commercianti che si sono privati di ques ta fonte di guadagno per non speculare sui disagi altrui.

Per diffondere tali valori rivoluzionari e far sì che nel futuro l’economia civile sostituisca quella speculativa, Confcooperative è entrata nelle scuole: “Voi siete il futuro e il lavoro non verrà a bussarvi alla porta” così ha esordito Beatrice Cerrino, professoressa di scuola superiore,  con l’invito ad avvicinarci all’idea di cooperativa. Infatti questa forma aziendale permette, soprattutto ai giovani, di costruire qualcosa con le proprie forze, creandosi la propria dignità senza rubarla a qualcun altro.

Mettersi in gioco sotto forma di cooperativa può però spaventare, molti non ne vedono un futuro. In realtà non è così: Alfredo Alessandrini, presidente di Banca di Parma, dopo dodici anni di sforzi e impegno, è riuscito a fondare una Banca cooperativa, il cui primario scopo non è, dunque, la speculazione. Perciò se nella finanza, settore speculativo per eccellenza, la cooperativa è una forma realizzabile, come potrebbe non esserlo anche in altri campi?

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Anche nella piccola realtà del Bertolucci questa forma aziendale è già stata sperimentata ed è risultata valida: i ragazzi della 4A e della 4E hanno avuto l’arduo compito di raccontare, durante questo incontro, la propria esperienza nell’ambito dell’alternanza scuola lavoro sotto forma di cooperativa. Queste due classi hanno, infatti, aderito a un progetto proposto da Len Confcooperative,  con la creazione di due cooperative simulate che, visto il successo, sono divenute prototipo per una serie di progetti simili avviati da quest’anno e presentati durante l’incontro. La classe 4A ha fondato una cooperativa con lo scopo di realizzare gadget della scuola grazie alla stampante 3D: righelli, portachiavi e cover per i cellulari che poi venivano venduti agli studenti.21-02-17image1-6

La classe 4E invece ha istituito una cooperativa basata sull’organizzazione di eventi e in particolare si è occupata della pianificazione della settimana durante la quale sono stati ospitati 42 ragazzi provenienti da 6 Paesi diversi facenti parte del Progetto Erasmus:  tour, video,  attività e  contatti con  diverse aziende per la preparazione dei vari buffet sono state le principali attività che hanno coinvolto gli studenti.

I percorsi delle due classi, seppure differenti,  si sono incentrati entrambi sulla cooperazione e hanno lasciato un profondo messaggio ai ragazzi: collaborare può risultare effettivamente più difficile, ma pimage2 ermette di ottenere risultati migliori, nonché di acquisire capacità utili  in ambito scolastico, lavorativo e personale.

Questa esperienza scolastica, la Slot Mob, la Banca di credito cooperativo e molte altre realtà smentiscono un pensiero comune, che affonda le origini nel pensiero machiavelliano, secondo cui l’uomo buono e onesto “conviene ruini infra tanti che non sono buoni”: al contrario è proprio compito dell’uomo buono – e soprattutto dei giovani con ideali  – risollevare la società dal cinismo in cui è sprofondata; per farlo ci si può appoggiare a strumenti già esistenti e profondamente radicati nella storia come la cooperativa.

 

Alessia Avanzi e Sara Giordani

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