Scambio culturale? Parole ormai frequenti nel nostro vocabolario e nei corridoi del nostro liceo, difficile per chi non ha mai fatto questo tipo di esperienza afferrarne veramente il significato.
Perciò ne abbiamo parlato direttamente con chi l’ ha vissuta, come per esempio i nostri compagni recatisi a Nantes nell’anno passato e che pochi giorni fa hanno a loro volta ospitato i ragazzi francesi.
“Un’esperienza incomparabile, che mi ha portato a conoscere le differenze tra culture in realtà vicine”, questa è la definizione che dà Marta di scambio culturale. Gloria e Laura concordano aggiungendo che le differenze tra Francia e Italia possono sembrare apparentemente inesistenti, ma solo vivendo immersi nella cultura francese si possono esperire i particolari sia familiari sia scolastici, altrimenti inarrivabili per semplici turisti.
Ma in cosa differisce principalmente la mentalità francese da quella italiana? L’aspetto su cui tutte le ragazze intervistate sono d’accordo è il rapporto tra organizzazione e libertà: la famiglia francese li ha lasciati molto liberi, ma talvolta questo eccesso di libertà si è trasformato in disorganizzazione. Al contrario le famiglie italiane hanno cercato di riempire tutti i pomeriggi dei ragazzi ospitati, lasciando poca libertà a favore di molta più organizzazione.
“Un viaggio incomparabile che mi ha portato ad acquisire più autonomia nell’uso della lingua e mi ha insegnato ad adattarmi ad altre culture.” Queste sono le parole di Laura.
E ora spostiamoci in Francia. Un altro Paese, lingua e cultura differenti, ma obiettivi comuni: conoscere una nuova cultura, migliorare le proprie conoscenze linguistiche e imparare a relazionarsi con persone lontane dalla propria quotidianità. Tra i tanti obiettivi, Eyleen afferma che gli scambi culturali sono un ottimo modo per scoprire nuove città, differenti monumenti, modi di pensare, nuovi colori, perché ogni città ha i propri.
Honorine ed Esther invece sostengono: ”Viaggiare ci permette di aprire la nostra mente e di imparare nuove cose dalle altre persone”.
Obiettivi comuni ma una culture diverse e una routine differente; ma anche un sistema scolastico dissimile dal nostro. In Francia infatti l’idea di cooperazione non è ancora profondamente radicata nelle scuole, come affermano Honorine ed Esther: “Molto spesso le nostre lezioni non presentano alcun scambio tra studenti ed insegnanti”. Inoltre da altri studenti emergono differenze importanti riguardo lo stile di vita. Come affermano infatti Adrien, William, Samuel e Simon: ”Gli Italiani guidano velocemente, la loro routine è troppo frenetica”.
Infine tra le differenze, oltre a quelle culinarie, troviamo maggiore disponibilità dei genitori italiani, maggiore coinvolgimento nelle attività: “Fratellanza? Penso sia più presente in Italia!” Queste sono le parole con cui ci lascia Simon.
Lo scambio culturale: un viaggio, ma anche una grande opportunità per imparare a vivere.
Sara Giordani e Gloria Oppici