Catalogna: emozioni e riflessioni

“Rimango sempre sorpresa dalla ricchezza e dall’intensità di queste esperienze di mobilità. Ieri è stata una giornata particolarmente densa: dopo due seminari del prof. Audí all’Università Rovira et Virgili di Tarragona abbiamo visitato il centro della città e i più importanti siti archeologici romani. Ritornati a Cambrils abbiamo incontrato una squadra di canottaggio locale e tutti, insegnanti e studenti, abbiamo provato a remare insieme per governare una barca in mezzo al mare.
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Il gruppo dei ragazzi é diventato ‘uno’, non c è più quello dei francesi o degli svedesi, ma un gruppo di ragazzi europei che lavorano e ridono insieme, e cosi per gli insegnanti.
Sullo sfondo la difficile situazione che i nostri amici catalani stanno vivendo e le lacrime di Francesca, la preoccupazione di Xavier e la calma determinazione di Adele.
Prof.ssa Maria Saponaro
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In questo particolare momento, una serata con i catalani è un tuffo nella loro storia: quella di un popolo che da tempo proclama l’indipendenza.
Essere cittadini del mondo e nel contempo non rinunciare alla propria identità fa forse paura?
O è solo a causa di questioni economiche che la Spagna non ha voluto e non vuole ascoltare la voce della Catalogna.
Si deve arrivare a votare per esistere come popolo e subire quello che tutto il mondo ha visto: la repressione cieca. La forza delle armi contro quella della parola.
Oppure ha ragione la Spagna ad opporsi duramente e in modo così drastico a ” delle teste calde” che non sanno quel che stan facendo?
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Io penso solo agli sguardi delle persone che stasera mi stavano accanto: orgoglio, paura e determinazione, quella forza che solo una situazione insostenibile può dettare. Quasi dicessero che non poteva andare altrimenti, non più, non ancora.
Prof.ssa Paola Azzini

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