Elezioni comunali: la corsa inizia dal Bertolucci

Quando manca poco più di un mese alle elezioni comunali della nostra città, la corsa alla poltrona di sindaco di Parma inizia al Workout Pasubio di via Palermo. Sul palco ci sono i dieci candidati sindaco, che di fronte ai neo-elettori dei licei Bertolucci e Marconi presentano il proprio programma elettorale e si confrontano sui temi caldi della città, dalla sicurezza al lavoro, dal mondo dei giovani a quello della povertà e dell’integrazione, dall’attuale sistema di raccolta dei rifiuti alla notorietà di Parma a livello mondiale in quanto cuore della Food Valley e terra d’origine di Verdi.

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“Abbiamo scelto di organizzare questa assemblea di istituto perché crediamo nell’importanza e nel valore della componente studentesca, parte fondamentale della città”, sottolinea all’inizio del dibattito Manuel Marsico, rappresentante del liceo Bertolucci e moderatore affiancato da Tomiwa Segun Aina, rappresentante del liceo Marconi.

Il primo a intervenire è l’attuale sindaco di Parma Federico Pizzarotti, salito al governo della città sotto il M5S nella primavera del 2012 e che ora, dopo cinque anni di amministrazione, si ripropone con la lista civica “Effetto Parma”. Il sindaco ripercorre con soddisfazione questi cinque anni di mandato con un documento di bilancio che chiama “Dire, fare e contare” e rilancia la sua candidatura con un occhio “a chi è in difficoltà”, ai lavoratori, alle piste ciclabili, al turismo, al territorio e ai suoi esercizi commerciali tipici.

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Ettore Manno, del partito comunista italiano, ci racconta che vive la politica come un’esperienza umana che lo ha accompagnato nella vita fin dall’infanzia, soffermandosi sui concetti di cittadinanza e identità culturale e facendone i cardini del suo progetto politico per una città più sicura, anche da un punto di vista psicologico. “Ognuno ha la propria storia”, sostiene Manno, ed è per questo che ha deciso di non intraprendere la corsa elettorale insieme a Laura Bergamini del partito comunista, terza candidata sindaco che concorre “senza alleati, a favore di alleanze sociali” e concependo il mondo cittadino come un’aggregazione sociale di cui il Comune è simbolo e “roccaforte”.

Alla prima esperienza politica è invece Casapound, che si presenta con il suo candidato Emanuele Bacchieri; egli sottolinea la priorità di un movimento militante, ovvero l’intervento diretto e immediato per la risoluzione dei problemi. A rappresentare la quinta candidata sindaco, Pia Russo, c’era sul palco il suo fedelissimo Giovanni Flace, che ci racconta di una Parma futura come un museo a cielo aperto; Daniele Ghirarduzzi, del M5S, parla di una campagna elettorale trasparente e che possa vedere la partecipazione di tutti mentre Filippo Greci, del movimento nuovi consumatori, pone l’accento sul problema da combattere del cyberbullismo e sull’intenzione di reintrodurre nelle scuole l’educazione civica come materia, secondo lui fondamentale per formare futuri cittadini attivi e consapevoli.

Luigi Alfieri vede Parma come una grande città d’arte e cita come esempi l’Archivio-Museo dello Csac, l’abbazia cistercense di Valserena, la Galleria nazionale e il Correggio; Laura Cavandoli, della Lega Nord, sottolinea il valore educativo dello sport e denuncia la desertificazione e il degrado del centro storico.

Non tutti i momenti del dibattito sono stati ugualmente costruttivi e stimolanti, perché inquinati da atteggiamenti non proprio educativi da parte di alcuni degli stessi candidati: qualche battibecco di troppo soprattutto nel finale, qualche candidato che consulta il cellulare invece di ascoltare gli avversari, qualche uscita non proprio all’altezza. Forse non c’è da stupirsi, in un mondo che già di per sé appare complicato, oscuro e poco coinvolgente, se i giovani si sentono estranei alla politica, come spesso si sottolinea parlando di noi neo-elettori. Il mondo della politica e Parma, allora, hanno forse bisogno di un po’ di umiltà, una delle parole d’ordine del candidato sindaco del centro sinistra Paolo Scarpa, rappresentato sul palco del Workout Pasubio da Matteo Broso del Gruppo giovani del PD.

È un ideale che, almeno all’inizio, dovrebbe essere incarnato da un candidato sindaco, a prescindere dal partito di appartenenza e che deve tradursi in fatti concreti conformi alle proprie promesse. Non si consideri una conclusione di parte -non vuole esserlo – ma una riflessione che possa arrivare a tutti. Vecchi e nuovi elettori, vecchi e nuovi sindaci.

Mattia Sansone

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