Nell’aula della classe 1B, ha debuttato il 28 aprile, presso il Liceo “A. Bertolucci” di Parma, il nuovo classroom play Nadia, prodotto da Fondazione Teatro Due, con Eleonora Pace e Maria Laura Palmeri, regia di Giacomo Giuntini.
Lo spettacolo è l’esito di un progetto nato dalla collaborazione fra cinque teatri europei: “de Toneelmakerij” di Amsterdam, Fondazione “Teatro Due” di Parma, “Staatstheater Braunschweig”, “Det Norske Teatre” di Oslo e “Théatre de Liège”, appartenenti all’ETC, European Theatre Convention.
All’origine dell’idea c’è la volontà di avviare una riflessione comune su un problema di portata europea: la radicalizzazione dei conflitti internazionali e le conseguenze sul vivere civile.
Il testo, che l’autore Daniel Van Klaveren ha sviluppato in collaborazione con i registi, i drammaturghi e i settori educational dei diversi teatri, prende le mosse dalla storia di Nadia. Quando la ragazza islamica entra in contatto, via Internet, con un misterioso coetaneo (o presunto tale) che le prospetta un mondo di fratellanza e di condivisione, un paradiso che solo la partenza verso la Siria potrà garantirle, il suo mondo entra in crisi: le vecchie abitudini, l’amicizia con Anna, sua compagna di scuola e blogger appassionata, il rapporto con i genitori immigrati in Europa in cerca di un futuro migliore…
Perché i giovani dell’Europa occidentale scappano in Siria per unirsi all’ISIS? Cosa li attira al punto di abbandonare Paesi come Olanda, Germania, Belgio, Italia, Norvegia? Cosa non apprezzano dell’Europa occidentale, loro che vi sono nati e cresciuti? Cos’è attraente della radicalizzazione?
Un’indagine sul concetto di radici, sul modello di femminino nella società occidentale, sul ruolo dei mass media nell’edificazione dell’ideologia, un progetto che pone domande ai ragazzi e che tenta di farli riflettere sulla loro posizione all’interno della società in cui vivono.
Parallelamente alla produzione del classroom play, il progetto prevede la realizzazione di un programma educational, in base a cui i giovani provenienti dai paesi partner si uniscono in una comunità online dove sono chiamati ad investigare i motivi della scomparsa di Nadia e a condividere idee, video, foto e testi con gli altri colleghi europei, per riflettere su dove e perché ci si sente a casa, se è possibile sentirsi a casa.
In particolare, gli studenti della 1 B, guidati dalla prof.ssa Daniela Paone, hanno lavorato per 6 settimane ad altrettante missioni, in collaborazione con i propri coetanei olandesi e tedeschi, con uno scambio di riflessioni e suggestioni (usando l’inglese come lingua franca) intorno alle tematiche affrontate dal testo che, alla fine della rappresentazione, sono state discusse insieme alle attrici e al regista.
I ragazzi sono stati affascinati dal coinvolgente spettacolo ed hanno partecipato con entusiasmo al confronto conclusivo.
Complimenti alle bravissime attrici e al regista!