A causa del riscaldamento globale, il più grande predatore dell’Artico sta perdendo il suo habitat fondamentale: i ghiacci marini.
Secondo Steven C. Amstrup, a capo di Polar Bears International (PBI), l’aumento delle temperature ha esteso la durata dell’estate, sciogliendo i ghiacci nella baia di Hudson e costringendo gli orsi a rimanere a terra per lunghi periodi di tempo. “Di solito vivono e si procurano il cibo tra i ghiacci del mare e quando sono sulla riva perdono circa due chili di peso corporeo al giorno. Si sono adattati a non alimentarsi per giorni, ma ci sono dei limiti alle privazioni che possono sopportare”.
Dato che manca loro il ghiaccio sotto i piedi, sono costretti a cercare cibo altrove. Nelle isole Svalbard, in Norvegia, gli orsi affamati hanno iniziato ad avvicinandosi sempre di più agli insediamenti umani. “La fame porta gli orsi polari a interagire con gli uomini, che spesso, per proteggersi, li uccidono”, afferma ancora Amstrup.
Ma il nuovo e più preoccupante fattore è il mutamento comportamentale, che sta portando questa magnifica specie al cannibalismo: gli orsi si riducono a mangiare i propri simili e soprattutto i loro cuccioli alla fine dell’estate e in autunno, quando perdono le piattaforme da cui cacciano le foche e le altre prede a causa dei cambiamenti climatici.
La baia di Churchill è un altro esempio, nel novembre 2015 le temperature minime erano di -20 gradi, oggi a solo un anno di distanza, il termometro segna +3. I cambiamenti climatici hanno ridotto il periodo di congelamento della Baia, e la presenza degli orsi è diminuita del 22% circa negli ultimi 30 anni.
(baia di Churchill 2015 vs 2016)
Ad oggi si aggirano attorno ai 26.000 individui, di cui il 60% circa è distribuito in Canada e lungo i suoi estesi confini, fra Alaska e Groenlandia.
Ma il periodo di formazione del ghiaccio marino si sta riducendo di 10 giorni ogni 10 anni, e secondo i ricercatori gli orsi polari sono già in declino. In queste condizioni gli orsi polari potrebbero essere già estinti nel 20150.
L’unica soluzione al problema è fermare l’aumento delle temperature: “La minaccia del riscaldamento globale pone nuove sfide alla conservazione delle specie. Oggi costruire barriere per proteggere gli animali non è più sufficiente” conclude Amstrup.
Ortensia Patrizi