“Vedere gli stranieri derelitti, coi bambini in spalla, e i poveri bagagli, arrancare verso i porti e le coste in cerca di trasporto“.
Leggendo questa frase si è immediatamente portati a pensare che descriva uno dei tanti viaggi disperati intrapresi dai migranti siriani e nordafricani verso l’Europa. Invece queste parole attualissime sono state scritte più di 400 anni fa, e hanno un autore illustrissimo: William Shakespeare.
Sono contenute nel suo dramma “Sir Thomas More”, che non è mai stato rappresentato e di cui esiste una sola copia manoscritta. Però ora il testo è stato digitalizzato dalla British Library e caricato online, rendendo possibile la scoperta di un contenuto così attuale. L’opera parla delle migliaia di francesi protestanti che durante il regno di Elisabetta I si rifugiarono in Inghilterra, suscitando anche forti proteste anti-immigrazione a Londra.
William Shakespeare si mette dalla parte dei rifugiati e cerca di convincere anche il pubblico a immedesimarsi in chi fugge dalla propria terra: “Se il Re vi bandisse dall’Inghilterra dov’è che andreste? Che sia in Francia o Fiandra, in qualsiasi provincia germanica, in Spagna o Portogallo, (…) vi troverete per forza a essere degli stranieri“. Si rivolge anche a chi attacca i migranti: “Vi piacerebbe allora trovare una nazione d’indole così barbara che, in un’esplosione di violenza e di odio, non vi conceda un posto sulla terra, affili i suoi detestabili coltelli contro le vostre gole, vi scacciasse come cani, quasi non foste figli e opera di Dio, o che gli elementi non siano tutti appropriati al vostro benessere, ma appartenessero solo a loro? Che ne pensereste di essere trattati così? Questo è ciò che provano gli stranieri. Questa è la vostra disumanità“.
William Shakespeare è un autore immenso, e questo non si discute, ma La riflessione più forte che ci porta a fare è che le situazioni storiche si ripetono: una volta si può essere da una parte e la volta dopo dall’altra. Non possiamo rifiutarci di aiutare chi ha bisogno perché un giorno saremo noi a chiedere aiuto e gli esempi che si potrebbero fare sono numerosi. Durante la dittatura di Mussolini infatti, tra l’approvazione delle leggi razziali nel novembre del 1938 e il rastrellamento degli ebrei nelle città italiane nell’ottobre del 1943, circa cinquemila ebrei italiani riuscirono a sfuggire alle persecuzioni razziali scappando all’estero e venendo accolti da Svizzera, Francia, Inghilterra e Stati Uniti. Lo stesso fecero molti intellettuali e politici che contrastavano il regime: ricordiamo fra tutti Sandro Pertini, che nel 1926 a bordo di una barca, col mare mosso e il rischio ad ogni onda di annegare, partì da Savona e cercò rifugio in Corsica. Anche il suo fu un viaggio della speranza, con la differenza che fu accolto con la simpatia e il rispetto che ogni uomo perseguitato merita.
Annachiara Staibano 4B