Sapete cos’e l’agnotologia? Il termine è stato coniato da Robert Proctor, uno storico delle scienze dell’Università di Stanford, nel 1995.
Proctor aveva studiato le tattiche usate dalle industrie del tabacco negli anni ’60 per spargere il dubbio riguardo ai dati scientifici che legavano il fumo di sigaretta a malattie mortali. Il neologismo “agnotologia” deriva dall’unione della parola greca “agnosis” che indica il “non sapere” con il termine “ontologia”, branca filosofica che studia la natura dell’essere.
Quindi l’agnotologia può essere definita come “lo studio del dubbio o dell’ignoranza indotto per mezzo di una falsa cultura, e in particolare la pubblicazione di dati non accurati o fuorvianti”.
In un’epoca in cui si vive eternamente connessi ad Internet, diventa facile cadere preda di chi ci vuole ignoranti. Le informazioni che circolano il più delle volte non sono verificate, ma si tende a fidarsi di ciò che si legge, senza applicare un’analisi critica ai contenuti. C’è chi ha parlato di “potere dell’ignoranza” in contrapposizione al “potere della conoscenza”: chi è in grado di farlo, approfitta dell’ignoranza altrui e la alimenta costantemente. L’ignoranza non è solo la mancanza di conoscenza, ma spesso è il risultato di una falsa propaganda o di bugie ripetute.
Durante le presidenziali americane, si fece circolare la voce che Barack Obama fosse musulmano: alla fine una grossa fetta di americani ne furono convinti, benché nessuno avesse mostrato fatti a supporto di questa affermazione.
Spesso gli uomini politici lanciano proposte che colpiscono la “pancia” della gente, guadagnando così un grosso seguito. E il più delle volte nessuno si preoccupa di verificare la fattibilità di queste “sparate”, ad esempio se esiste una copertura economica per i loro progetti o addirittura se ciò che sostengono è in accordo con la Costituzione.
Un primo passo per combattere chi diffonde volontariamente false informazioni potrebbe essere quello di smettere di condividere su facebook notizie che sembrano sensazionali e che il più delle volte sono false.
Come accade nel giornalismo, prima di credere a qualcosa verifichiamo di avere almeno due fonti attendibili, e riprendiamoci il potere della conoscenza.
Annachiara Staibano, 4B