Nella mitologia greca una mela d’oro scatenò la guerra di Troia, oggi una pesca divide l’Italia.
Il 25 settembre è andata in onda per la prima volta la nuova pubblicità dell’Esselunga, girata a Milano dal regista francese Rudi Rosenberg e prodotto da Indiana Production. Lo spot non è tradizionale, in quanto si tratta di un cortometraggio che si avvicina alla cinematografia, allontanandosi dal solito contesto in cui in genere si pubblicizza un supermercato.
C’è una mamma che perde la figlia al supermercato e la ritrova con una pesca in mano; la vuole comprare e la mamma la accontenta. Successivamente le due escono dal negozio e si dirigono a casa: durante il tragitto la mamma cerca di chiacchierare, ma la bambina è distratta a guardare un bambino in strada che gioca con la mamma e il papà. Appena a casa suona il campanello: è il papà che è venuto a prendere sua figlia. Quando i due salgono in macchina, la bimba tira fuori dallo zaino la pesca e dice al papà: “Questa te la manda la mamma”. Il padre sorride, apprezza il regalo, dicendo che poi avrebbe ringraziato la mamma e il cortometraggio si chiude con la frase: ‘Non c’è spesa che non sia importante’, con la quale la campagna pubblicitaria, come dice Roberto Selva, cerca di far risaltare l’importanza della spesa, senza farla sembrare un semplice atto d’acquisto ma associandola ad un valore più ampio.
A questo punto, i pareri di chi ha visionato la pubblicità sono contrastanti: c’è chi l’ha apprezzata e ritiene sia coraggioso mostrare il divorzio dal punto di vista dei figli; ma c’è anche chi invece l’ha accusata di approfittare dei sentimenti di una bambina per ribadire lo stereotipo della famiglia tradizionale. Il dibattito si è espanso talmente tanto da coinvolgere addirittura la politica: la premier Meloni ha rilasciato anche lei un commento a riguardo: “Leggo che questo spot avrebbe generato diverse polemiche e contestazioni. Io lo trovo molto bello e toccante”. Ma non tutti i politici sono concordi, come l’ex ministro PD Pier Luigi Bersani: “Mi sembra davvero sbagliato, in questo ed altri casi, mettere in mezzo la sofferenza dei bambini su temi delicati per scopi commerciali”.
Nonostante le molte critiche sollevate, crediamo che la pubblicità sia riuscita nel suo scopo: attirare l’attenzione di più persone possibili, arrivando a scatenare un intenso dibattito, con centinaia di articoli scritti sull’argomento.
Nel bene o nel male l’importante è che se ne parli.
Chiara Boschi e Veronica Panziroli 2E
Foto presa dallo spot pubblicitario di Esselunga