Gioia, passione e libertà: le tre parole con cui la professoressa Scardova racconta il teatro, una delle sue più grandi passioni.
Il suo primo approccio a quest’arte è stato quando aveva solo dodici anni e ha dovuto scegliere un’attività da svolgere nei pomeriggi a scuola; da quel momento qualcosa le è rimasto dentro, tanto da spingerla a ricominciare, circa quindici anni fa, frequentando un corso di teatro. Senza neanche accorgersene si è ritrovata di nuovo immersa in questo mondo grazie a un gruppo di amiche che le ha presentato quella che sarebbe diventata la sua futura compagnia. Assieme a questa seconda famiglia, particolarmente attenta ai diritti della donna, ha messo in scena lo spettacolo “I monologhi della vagina” tratto dall’omonimo libro di cui l’autrice ha messo a disposizione i diritti in onore della causa.
Nel teatro la prof dice di completarsi perché smette di essere solo la Prof: grazie a questo mondo parallelo è in grado di ritrovare se stessa, rompendo anche gli schemi che segue e insegna da una vita.
Al riguardo afferma di non aver mai voluto fare altro per vivere rispetto all’insegnare. Dopo aver confessato di costituire la terza generazione di una famiglia di fisici, precisa di aver insistito, già dalla terza media, per fare studi riguardanti questo ambito.
“Bisognerebbe studiare fisica con passione, anche solo per capire come funziona il mondo in cui viviamo, anche se si pensa di iscriversi a lettere antiche”. Ebbene sì, il mondo che noi osserviamo si regge su leggi fisiche, anche nel suo particolare più semplice come stare seduti a leggere questo articolo o a guardare un impasto che lievita.
La cucina, non a caso altra sua grande passione, ne è l’esempio più lampante: esistono tantissimi tipi di farina diversi e altrettanti processi di lievitazione, ma sono tutti basati sulla fermentazione alcolica che è un principio fisico-chimico di base. Quindi quando la nonna vi obbliga ad aspettare che l’impasto lieviti, state in realtà aspettando che si compia un processo fisico; l’impasto però crescerà solo se avete applicato la matematica in modo corretto.
La prof ci dice di aver recentemente avuto a che fare con questa sperimentazione: in pandemia ha partecipato al fenomeno della “corsa al lievito” nei supermercati, dopo aver ritrovato il gusto per la preparazione di tutto ciò che deve lievitare attraverso i corsi a cui si è iscritta per impiegare il tempo; per quanto si sia specializzata in pandori, panettoni e colombe è ancora incerta sulla perfezione dei suoi macarons che non rispondono esattamente allo stesso tipo di “lievitazione”.
Ma allora perché tralasciamo tanti aspetti creativi delle nostre vite, pur sapendo che si basano sugli stessi principi che studiamo fino a sera per le verifiche?
La prof ci fa notare che in realtà la nostra scuola ha da sempre proposto vari progetti a sostegno del lato artistico delle nostre personalità: un corso di teatro, uncinetto, disegno a mano libera e di SketchUp… I progetti sono stati brevemente sospesi a causa del covid, ma ora sono ripartiti a pieno ritmo: “ognuno di essi permette di ampliare altre conoscenze e mantenersi in equilibrio”.