Guardare e non vedere….cosa significa ?
Indifferenza è la prima espressione che mi viene in mente: passo, guardo, ma faccio finta di niente; magari mi volto anche dall’altra parte. Quante volte lo abbiamo fatto nella nostra vita? Troppe, forse lo facciamo tutti i giorni, mentre camminiamo per strada e facciamo finta di non vedere i barboni che dormono sotto i portici di via Mazzini, lo facciamo a scuola quando non ci accorgiamo se qualche nostro compagno ha bisogno di aiuto, lo facciamo quando ci prendiamo gioco di qualcuno facendoci forza con il gruppo.
Ma guardare e non vedere significa soprattutto che chi chiede aiuto è diventato invisibile ai nostri occhi, e così possono piangere, disperarsi, urlare, ma tu non li senti, non li guardi, non li ascolti. Per te sono invisibili, non contano nulla.
E così invisibile diventa anche sinonimo di senza valore, senza importanza. Ecco nella nostra società sta proprio succedendo questo: le persone sono diventate invisibili e nessuno le ascolta, come non sono stati ascoltati gli ebrei nel corso della storia. Sotto il regime nazista, le leggi razziali resero gli ebrei invisibili, cioè persone senza valore, senza importanza le cui urla di dolore e di aiuto rimasero sospese come grida nel vuoto. Gli ebrei erano numeri e quel numero che li identificava gli veniva tatuato sul braccio.
Anche adesso siamo numeri, quante volte sentiamo dire “sei solo un numero….” Sei un numero al lavoro, sei un numero a scuola, sei un numero quando giochi, sei un numero per lo stato, ma dietro quel numero c’è una persona, con le sue fragilità, le sue passioni, le sue debolezze, le sue doti.
Una persona in carne ed ossa con un cuore, un cervello e non un numero.
Tu non sei sei invisibile, non sei un numero, ma un essere umano.
In memoria delle 477 vittime che morirono il 6 febbraio 1944 nelle camere a gas di Auschwitz-Birkenau
Gloria Mendi, 3S