Hackaton e mobilità sostenibile: gli studenti provano a migliorare il mondo 

Il 26 ottobre abbiamo assistito, presso il Laboratorio Aperto ai Giardini di San Paolo, all’Hackaton regionale di #HUBSTEAM, un progetto nazionale che promuove l’adozione di metodi didattici innovativi con particolare riferimento alla didattica digitale e alle discipline STEAM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Arti e Matematica), che puntano a un apprendimento attivo e al benessere relazionale. 

L’Hackathon (neologismo derivante dai termini “hacker” e “marathon”), è un evento durante il quale i partecipanti, divisi in gruppi, lavorano alla risoluzione di una determinata richiesta lanciata da uno o più soggetti attivi sul territorio. Il progetto viene elaborato in poco tempo e deve presentare soluzioni innovative per rispondere a problemi o bisogni specifici.

L’Hackathon del 26 ottobre, organizzato dal Liceo Bertolucci ha ottenuto la partecipazione dei team di studenti e studentesse provenienti dalle scuole: ITET L. Einaudi di Bassano del Grappa, Liceo Ulivi di Parma, IISS Mattei di Fiorenzuola d’Arda, Liceo Respighi di Piacenza, IIss J.M. Keynes di Castel Maggiore Bologna, Liceo Manfredo Fanti di Carpi, IIS Capellini-Sauro di La Spezia, Liceo Bertolucci di Parma. Ma questa gara è solo la fase finale di una lunga serie di incontri che hanno coinvolto più di 60 scuole, oltre 600 studenti, 120 tutor, 35 formatori: un percorso che ha preso le mosse on line causa pandemia e che finalmente si svolge, nelle sue fasi conclusive, in presenza. Volete conoscere le idee dei vari team in gara?  

Il primo team del Liceo Bertolucci ha pensato ad un’app, la “bustrack”, che ha come finalità quella di agevolare gli spostamenti alle persone non vedenti o con difficoltà motorie. Il secondo gruppo del Bertolucci ha ideato invece una carta contenente tutti gli abbonamenti per tutti i mezzi di trasporto. Una volta creata la carta, l’utente può decidere quali mezzi di trasporto prendere: treno, bici elettrica, autobus, monopattino, car sharing e Uber. 

Il Liceo Scientifico Respighi di Piacenza ha deciso di migliorare il sistema di organizzazione dei mezzi, soprattutto per quanto riguarda le fermate e gli spostamenti compiuti da essi. Gli studenti dell’ITET del Liceo Luigi Einaudi di Bassano del Grappa hanno creato un sistema di accesso ai trasporti tramite una porta innovativa, la cui parte inferiore diventa una pedana per permettere a chiunque di accedere al bus. I ragazzi dell’Istituto Capellini-Sauro di La Spezia hanno deciso di focalizzarsi sul miglioramento del servizio già esistente per adattarlo all’esigenze della popolazione. La loro idea prevedeva un sistema di prenotazione, grazie ad un’app che possa adattare il percorso del mezzo all’esigenza del passeggero. Il Liceo Scientifico Ulivi di Parma ha pensato a un braccialetto o un orologio, con chiamata collegata ad un call center, volto ad aiutare le persone con disabilità, le quali tramite una prenotazione possano facilitare i loro spostamenti. I ragazzi dell’IISS Mattei di Fiorenzuola d’Arda hanno creato un lavoro sostenibile, innovativo e utile, realizzando un servizio rivolto ai disabili e alle persone con fragilità. A differenziarsi sono gli studenti dell’Istituto Keynes di Castel Maggiore, che hanno creato un mezzo di trasporto sicuro per i bambini e ragazzi delle elementari e delle medie, permettendo loro di spostarsi all’interno del paese in modo sicuro e ecologico. Infine i ragazzi del Manfredi Fanti di Carpi hanno definito la loro idea azzardata, ma allo stesso tempo innovativa e sostenibili: hanno pensato ad un nuovo mezzo di trasporto, che possa raggiungere le zone periferiche delle città, traendo ispirazione dalle moderne funivie. 

Tutti i team sono stati affiancati da mentor ed esperti che, girando tra i tavoli, hanno fornito consigli e pareri utili per aiutare gli studenti a completare al meglio il progetto. 

Il primo mentor a cui abbiamo posto delle domande è stato Leonardo Barbarini. Ci ha spiegato che cosa significhi essere “tutor”, ha definito il proprio ruolo “sfidante” nel dover aiutare tutti i gruppi ed esprimere un’opinione oggettiva sui loro elaborati e sulle loro proposte. Un ruolo quindi trasversale. Barbarini è sviluppatore di siti e app e ha affiancato i vari gruppi dando consigli secondo le sue competenze personali, soprattutto nell’ambito informatico. Si è mostrato soddisfatto dei ragazzi che ha assistito e ha messo in evidenza le diverse modalità di strutturazione della gara e soprattutto del lavoro di gruppo, diverso da quello che viene svolto tra i banchi di scuola. I ragazzi sono riusciti a ideare e presentare idee per la maggior parte coerenti con quella che è la realtà nel nostro paese, prendendo in considerazione la fattibilità, l’aspetto più difficile da sviluppare. Se i giovani vogliono attivamente partecipare all’interno della comunità, queste attività sono davvero importanti per permettere di stimolare le loro competenze trasversali. 

Il secondo tutor che abbiamo intervistato è stato Gian Maria De Filippo. Ci ha raccontato che il suo lavoro gli permette di stare accanto ai giovani, ed è soddisfacente poterli supportare e osservare nel momento del lavoro. Ha trovato i gruppi ben organizzati, ha descritto i loro progetti come “concreti, fattibili, magari in un futuro a lungo termine”. Ha sottolineato come l’importanza di questo tema possa essere trasversale a tutta la popolazione, essendo che la maggior parte si sposta in macchina, senza utilizzare mezzi di trasporto ecosostenibili o mezzi pubblici ed è interessante capire come poter cambiare questa mentalità.

Durante il pomeriggio, quando i gruppi ormai portavano a termine i loro progetti, abbiamo intercettato delle professoresse del Liceo Bertolucci. La prof. Simona Scardova ritiene questa iniziativa molto importante, perché permette ai ragazzi di pensare e ragionare fuori dagli schemi, di usufruire delle loro competenze al di fuori dell’ambito scolastico e li esorta a porsi delle domande e trovare delle risposte, delle soluzioni. Ha trovato il proprio gruppo preparato, avendo ideato un’idea dai punti forti. Supporta e incentiva queste iniziative, in quanto permettono agli studenti di uscire dalle classi, creando integrazione e aggregazione. In un secondo momento abbiamo intervistato le professoresse Paola Beneventi e Daniela Delfi. Entrambe hanno descritto quest’esperienza come positiva e innovativa, ma soprattutto formativa per i ragazzi, perchè iniziano a sperimentare una parte di quello che sarà il mondo del lavoro e nel campo dell’innovazione si ha sempre bisogno di idee innovative. Hanno raccontato che i loro studenti sono partiti con un brainstorming, attraverso l’app “Mural”, che ha lo scopo di supportare il lavoro di gruppo. Hanno il desiderio di riproporre il progetto, ma è un’iniziativa che ha bisogno di persone capaci e con voglia di lavorare, essendo un progetto che prende forma anche in ambito quotidiano, al di fuori delle ore scolastiche.

A conclusione dell’evento, di cui Casco ha curato l’organizzazione e Len il reperimento degli esperti, il progetto viene presentato davanti a una giuria appositamente convocata che valuta e premia la proposta ritenuta più idonea. E vince il team che ha proposto di dotare i bus di una porta apposita per facilitare l’ingresso di tutti: l’istituto Einaudi di Bassano del Grappa! Il team premiato parteciperà all’Hackathon nazionale che si terrà il 15 dicembre a Lucca. 

Come dice uno degli organizzatori dell’evento Rossella Lombardozzi, l’Hackathon è una grande palestra: ci insegna concretamente l’esposizione orale, il lavoro di gruppo, la progettazione, ma anche come iniziare ad approcciarsi alla realtà, stimolando le capacità per arrivare a soluzioni effettive e realizzabili.

In sostanza, punta a stimolare noi giovani a “sporcarci le mani”.

Mainini Alessia e Giulia Di Silvestro

Foto di Pietro Azzoni

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