Rinascere – Giornata mondiale del volersi bene

15 marzo, giornata mondiale del fiocchetto lilla contro i disturbi del comportamento alimentare, che solo nell’ultimo anno, in Italia, ha incrementato la sua incidenza del 30%. Questo giorno è stato strano per me, non sapevo come comportarmi:quando ci si ammala di un disturbo alimentare non ci si rende conto di quanto ti viene sottratto – l’energia, la vitalità, la voglia di vivere – finché non lo riacquisisci anche solo in parte. Ti manchi sì, guardi con una specie di nostalgia al te stesso passato continuando in fondo a sperare comunque di non tornare mai più indietro.

E’ un essere strano l’uomo: vuole avere tutto senza ricevere anche gli aspetti negativi, ti sforzi tanto di non mangiare ma quando raggiungi il limite del sottopeso vorresti tornare con il carattere di prima.

Quando ho scritto sul Magazine il mio primo flusso di coscienza, genitori ed amici erano felici per me, pensavano che finalmente dopo più di un anno di malattia io avessi deciso di riprendere in mano la mia vita, che avessi scelto di vivere. Mi sono purtroppo reso conto invece che non è così semplice, non è come trovarsi davanti ad un bivio e dover decidere se andare a destra o a sinistra: è un qualcosa che decidi ogni ora di ogni giorno, per questo è così difficile uscirne. 

Prima di ammalarmi sotto sotto speravo di cadere in questo tunnel: vedevo tutti i bellissimi corpi che mi circondavano e non riuscivo a non paragonarmi a loro; non riuscivo a non passare davanti ad una qualsiasi superficie specchiata senza vedere quelle cosce troppo grandi per me. Pensavo che un disturbo alimentare mi avrebbe portato ad avere ciò che più credevo di desiderare: un corpo che incarnasse ideali di bellezza assurdi; ma non avevo visto il retro della medaglia. 

Il mio limite personale l’ho raggiunto un giorno a scuola: durante una verifica non riuscivo a concentrarmi, l’unica cosa a cui potevo pensare era al pasto che mi avrebbe atteso una volta a casa. Per me era impossibile non sentire quella vocina che mi diceva che non me lo meritavo, perché quando stai così male la morte è l’unica cosa che puoi meritarti. Quel giorno ho avuto un attacco di panico, mi sono reso conto che non riuscivo più ad andare avanti con la mia vita, ero stanco di stare così male tutti i giorni e soprattutto ero ancora più stanco di fingere a me stesso che tutto ciò mi andasse bene. 

Da quel giorno di febbraio ho deciso di prendere una decisione importante, di guardare in faccia quel mostro che mi assomigliava tanto e scegliere me. 

Non ho postato né scritto niente per il 15 di marzo, anche se è la giornata dedicata a tutte quelle persone che come me ogni giorno indossano l’armatura per combattere contro il nemico peggiore: se stessi. 

Scrivo oggi questa nuova lettera con la speranza, l’anno prossimo, di riuscire a dare una testimonianza più forte e magari a salvare qualcuno in difficoltà come me. Ad oggi con il mio mostro combatto ancora tutti i giorni: è dura, lo ammetto, ma ormai ho assaporato di nuovo la vera vita e non riesco a non amarla ed amarmi. Auguro a tutte le persone che leggeranno questo messaggio di non scordarsi mai quanto sia buono il sapore della vita.

Federica

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