Perdonami, Leonard Peacock – il libro più bello che ho letto

Questo a parer mio è un romanzo che letteralmente entra nel cuore di chi lo legge.Leonard è un ragazzo dotato di un’enorme intelligenza, ma purtroppo vittima di un sistema in cui non si riconosce e soprattutto di una famiglia sorda alle sue richieste di aiuto.

Leonard non vorrebbe realmente morire, vorrebbe solo un po’ d’affetto e amore, vorrebbe solo essere capito, ma i genitori in questo non ce la possono fare essendo totalmente assenti dalla sua vita. Eppure ci ha provato tante volte a trovare un motivo per tenere duro, ma proprio nessuno riesce a dargli un solo granello di entusiasmo per quella che potrebbe essere la sua vita tra pochi anni. Sarò sincera, è veramente difficile farmi piacere un libro, visto il mio poco interesse nel leggerli, ma questo romanzo e soprattutto il protagonista, hanno creato in me un groviglio di emozioni.

Ad oggi lo ritengo il mio libro preferito, probabilmente perché è riuscito a tenermi incollata alle pagine dall’inizio alla fine, anche se si tratta veramente di un romanzo tragico, e Leonard è un personaggio che crea in me molta tenerezza e commozione; ma nonostante questo mi ha fatto proprio aprire gli occhi su molte cose.

Inoltre ritengo che l’autore sia stato bravissimo nel riuscire a scavare e analizzare i pensieri di tutti i personaggi, a ricostruire tutti i loro percorsi mentali, le connessioni e le reazioni che, se viste dall’esterno potrebbero risultare incomprensibili.

Se dovessi dare un voto a questo romanzo gli darei un 9 meritato…veramente non mi sarei mai aspettata mi piacesse così tanto, e lo consiglio veramente a tutti.

Vittoria Marchi, 3 T

 

“Perdonami, Leonard Peacock”, è uno dei libri più intriganti che abbia mai letto, forse uno dei miei preferiti. Leonard, un ragazzo in piena età adolescenziale, intelligente ma con una vita difficile, costantemente abbandonato dalla madre, la quale è molto egoista e vuole sempre stare al centro dell’attenzione, e dal padre che non si sa se è ancora vivo oppure è morto. Le uniche persone che sembrano tenere a lui sono un anziano di nome Walt, con cui condivide la passione per i film di Bogart, e Herr Silverman, il suo professore di Storia dell’Olocausto che lo ha aiutato in un momento difficile della sua vita.

Una cosa che gli piace fare è saltare la scuola per osservare gli adulti che vanno a lavoro, ma l’unica cosa che comprende è che tutti gli adulti sono infelici.

Eppure Leonard prova a tenere duro, a trovare almeno un motivo per riuscirci, ma niente riesce a dargli quel pizzico di speranza per resistere. E proprio questa mancanza di felicità, che vede negli adulti, e che ha già lui, gli fa pensare ad un atto disperato per porre fine alle sue sofferenze.

Credo che l’autore ci dia un ampio quadro della sofferenza adolescenziale, che è a volte sia vittima dell’indifferenza degli adulti, ma anche e soprattutto dell’indifferenza dei coetanei. Certo, quello che prova a fare il protagonista è estremo per certi versi, ma le varie fasi che passa, e come viene raccontata la storia dall’autore, ci fanno vedere quanto sia difficile la sua vita.

Credo che sia un libro che ha un significato profondo, che svela le paure più profonde di un ragazzo che non vuole diventare grande, molto probabilmente per gli esempi che non ha mai avuto dai suoi genitori. Ma forse ha ragione Leonard “ i ragazzi sanno fingere meglio degli adulti, non vi pare?”

Alessia Maselli, 3 T

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