Addio casa, addio monti…

Le bombe cadono dal cielo notturno.  Distruggono tutto ciò che incontrano: strade, uffici, negozi,  scuole, case, le vite di innocenti e ne spezzano altre.

Il fragore delle esplosioni scuote il sonno dei bambini, mentre i genitori vegliano su di loro, svegli, attenti. Il padre li osserva, li bacia sulla fronte, poi si siede sul divano. Abbraccia la moglie, caduta anche lei nel sonno, e le accarezza il viso. Dall’altra stanza ode, tra gli intervalli delle esplosioni, il leggero russare della madre anziana, rifugiata a casa del figlio dopo la distruzione della sua. 

L’uomo chiude gli occhi. Sogna di andarsene. Saluta con la mente la città in cui aveva vissuto per tutta la sua vita, ormai distrutta.Ricorda la casa, piccola ma un tempo graziosa e accogliente. Ripensa al giorno in cui vi era entrato per la prima volta portando in braccio la sposa, ancora vestita con l’elegante abito bianco. Pensa alla cura nel decorare quel piccolo appartamento, alle notti passate a dormire nel comodo letto nuziale, abbracciati al caldo sotto le coperte.

Ripensa alla gioia provata alla nascita dei suoi figli, alla prima volta in cui aveva accarezzato le loro testoline e alla promessa  di proteggerli sempre e a qualunque costo. Pur di non essere idoneo all’arruolamento per poter stare con loro si era rotto il braccio sinistro: era stato doloroso, ma non se ne era mai pentito.

Non c’è più tempo, tuonano le bombe in lontananza.

Pensa al viaggio verso la salvezza che dovrà percorrere per riottenere una vita normale. Pensa ai racconti di morte e tortura di tanti suoi conoscenti, già partiti, teme di essere fermato, dopo mesi di cammino, da un muro di ferro e cemento.

Teme per la famiglia. Teme di dirle che dovrà abbandonare tutto ciò che conosce per recarsi in un luogo che non conosce, attraversando l’ignoto. La paura lo assale, ma scompare al pensiero degli orrori che vivranno, se rimarranno in quel luogo tanto lontano dalla civiltà. 

Un boato scuote i suoi pensieri, ed è tutto buio. 

 

Esercizio di Federico Notari 2E, poeticamente ispirato all’Addio monti,  una delle sequenze più emozionanti de I promessi sposi, dove vengono evidenziati i sentimenti e le emozioni di coloro che abbandonano la propria casa; leggendo l’Addio ai monti viene subito da pensare a tutti coloro che hanno dovuto prendere la drastica scelta di cercare la salvezza altrove, senza sapere se un giorno  l’avrebbero finalmente davvero trovata.

Addio, monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi più familiari; torrenti, de’ quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana! Alla fantasia di quello stesso che se ne parte volontariamente, tratto dalla speranza di fare altrove fortuna, si disabbelliscono, in quel momento, i sogni della ricchezza; egli si maraviglia d’essersi potuto risolvere, e tornerebbe allora indietro, se non pensasse che, un giorno, tornerà dovizioso. Quanto più si avanza nel piano, il suo occhio si ritira, disgustato e stanco, da quell’ampiezza uniforme; l’aria gli par gravosa e morta; s’inoltra mesto e disattento nelle città tumultuose; le case aggiunte a case, le strade che sboccano nelle strade, pare che gli levino il respiro; e davanti agli edifizi ammirati dallo straniero, pensa, con desiderio inquieto, al campicello del suo paese, alla casuccia a cui ha già messo gli occhi addosso, da gran tempo, e che comprerà, tornando ricco a’ suoi monti.

Ma chi non aveva mai spinto al di là di quelli neppure un desiderio fuggitivo, chi aveva composti in essi tutti i disegni dell’avvenire, e n’è sbalzato lontano, da una forza perversa! Chi, staccato a un tempo dalle più care abitudini, e disturbato nelle più care speranze, lascia que’ monti, per avviarsi in traccia di sconosciuti che non ha mai desiderato di conoscere, e non può con l’immaginazione arrivare a un momento stabilito per il ritorno! Addio, casa natìa, dove, sedendo, con un pensiero occulto, s’imparò a distinguere dal rumore de’ passi comuni il rumore d’un passo aspettato con un misterioso timore. Addio, casa ancora straniera, casa sogguardata tante volte alla sfuggita, passando, e non senza rossore; nella quale la mente si figurava un soggiorno tranquillo e perpetuo di sposa. Addio, chiesa, dove l’animo tornò tante volte sereno, cantando le lodi del Signore; dov’era promesso, preparato un rito; dove il sospiro segreto del cuore doveva essere solennemente benedetto, e l’amore venir comandato, e chiamarsi santo; addio! Chi dava a voi tanta giocondità è per tutto; e non turba mai la gioia de’ suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande.

Federico Notari 2^E

 

foto di Mehmet Aslan , “Hardship of life”, che ha vinto lo scorso ottobre il Siena International Photo Awards

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