Anche Galileo faceva oroscopi

Cara prof.ssa Favilla,

Cari studenti del Liceo,

Ci dispiace molto sentire dello sconforto e addirittura della delusione che ha provocato la decisione di invitare un’astrologa all’assemblea di istituto, soprattutto perché siamo convinti che le nostre intenzioni siano state fraintese.

Innanzitutto ci teniamo a sottolineare che le assemblee, come momento di espressione degli interessi e dei desideri degli studenti, non debbano necessariamente essere di alto “profilo culturale”; basti pensare alla tipica assemblea natalizia, svolta all’insegna del gioco e del divertimento. Ma è possibile anche la coesistenza di entrambi i momenti, uno culturale e uno “ludico”, come nell’assemblea di maggio dell’anno scorso.

Tuttavia ci sembra scorretto e anzi controproducente ridurre il momento di incontro con l’astrologa semplicemente ad un qualcosa di aculturale ed antieducativo.

 

Infatti noi siamo convinti che questo incontro, anzi confronto, con l’astrologa in questione, potesse rappresentare un’occasione di crescita per tutti gli studenti; non perché condividiamo ciò che è stato esposto o perché riteniamo che gli studenti stessi ci credano, ma perché era il luogo per poter mettere in pratica quello spirito critico che la scuola si prefigge di formare ed allenare.

Concordiamo con lei che la modalità di realizzazione dell’incontro sia stata inadeguata; dobbiamo qui ammettere la nostra colpa: la mancanza di tempo ci ha impedito di formulare un dibattito con contraddittorio.

Ma non per questo l’intero incontro deve essere svalutato: in primis abbiamo avuto il piacere di constatare come alcuni docenti di sorveglianza abbiano svolto il ruolo di mediatori, senza che fosse stato loro richiesto, ma che comunque hanno contribuito ad indirizzare la riflessione critica degli studenti. In secondo luogo vogliamo far notare come l’incontro non sia stata una “consulenza online”, come la definisce la prof.ssa; infatti solo mezz’ora per turno è stata dedicata all’esposizione di elementi di astrologia. L’ora restante è stata dedicata alle domande degli studenti: non sono mancate domande legate alla “consulenza astrologica”, ma abbiamo avuto il piacere di assistere durante il secondo turno ad un confronto fra l’astrologa e gli studenti riguardo l’assenza e spesso le negazioni delle conoscenze scientifiche riguardo l’astrologia. 

 

La prof.ssa Favilla giustamente cita A. Einstein: “Nessuna quantità di esperimenti potrà dimostrare che ho ragione; un unico esperimento potrà dimostrare che ho sbagliato.” 

Ma appare evidente che solo l’effettivo svolgimento dell’esperimento potrà mostrare la scorrettezza delle ipotesi formulate: in quale modo può essere svolto l’esperimento se non mettendo gli studenti di fronte a dei saperi infondati, per giungere alla conclusione della loro erroneità? Dobbiamo pretendere che gli studenti credano ad una “verità rivelata” su quali saperi siano corretti e quali no, o vogliamo che loro lo comprendano grazie al loro spirito critico, tramite il confronto?

 

La prof.ssa afferma poi come questo incontro abbia “vanificato ore ed ore spese assieme a noi docenti a distinguere dove porre lo sguardo e dove volgersi altrove”. Noi siamo fermamente convinti che questo non sia il caso: gli studenti infatti hanno dimostrato uno spirito critico attento ed efficace. Non pretendiamo di cambiare mentalità a chi è incline a credere a queste materie, ma, come è stato affermato più volte, abbiamo voluto mettere alla prova la coscienza e lo spirito critico degli studenti, nell’ambiente scolastico, palestra di questa competenza. Tuttavia la riflessione della professoressa ci pone di fronte ad un quesito: se un’ora e mezza d’incontro con una astrologa è in grado di mettere in crisi tutte queste ore di un insegnamento continuo e intenso, sono state delle ore davvero efficaci per gli studenti? 

Ci teniamo a precisare che non vogliamo screditare l’insegnamento di nessuno: per noi il Liceo è stato in grado di formare degli studenti attenti e critici, capaci di distinguere ciò che è esatto da ciò che è infondato. Tuttavia, in luce della sua considerazione, invitiamo la professoressa ad avere più fiducia negli studenti, nella cui formazione ha svolto un ruolo fondamentale anche lei.

Non si tratta dunque di tirare Galileo & co. giù dallo sciacquone: si tratta invece di applicare uno dei loro più grandi risultati dei loro lavori, il metodo scientifico. Al momento dell’esperienza, segue la verifica dell’ipotesi: nel processo conoscitivo della realtà è molto frequente la realizzazione che questa fosse in verità errata, come in questo caso. Ma questi errori costituiscono la base delle teorizzazioni successive: riteniamo dunque che gli studenti ci si debbano inevitabilmente confrontare per realizzarne l’erroneità e diventare degli individui consapevoli.

Vogliamo concludere ringraziando la professoressa per la sua critica: ne faremo tesoro e la terremo a mente per l’organizzazione delle future assemblee.

Speriamo di aver esposto chiaramente il nostro punto di vista, e siamo aperti ad ulteriori confronti nel caso in cui non siamo riusciti a risolvere i dubbi e le incomprensioni.

 

I rappresentanti degli studenti

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