IL FUMETTO “BASTAVA CHIEDERE”: SIAMO SICURI CHE BASTI DAVVERO?

“Il carico mentale consiste nel dover sempre pensare a cosa c’è da fare: che bisogna comprare le verdure per la settimana, che bisogna aggiungere i cotton fioc alla lista della spesa, che siamo in ritardo con il pagamento del portiere”.

Questa citazione viene dal fumetto femminista “Bastava chiedere! Dieci storie di femminismo quotidiano” di Emma, una scrittrice francese. Questo testo si propone di portare nelle librerie di donne, uomini e famiglie alcune scene quotidiane in cui la donna si ritrova imprigionata negli stereotipi e spesso caricata di faccende domestiche (e non) da dover affrontare.

La frase che ho riportato è secondo me una delle più significative, ed è tratta dai primi capitoli del fumetto. In questi infatti si parla di come soprattutto le mamme siano addossate di un grandissimo carico mentale, il quale consiste nel dover pensare a tutte le cose da fare oltre che a svolgerle concretamente. Quando un membro della famiglia si propone di aiutare la donna di casa, dicendo “Bastava chiedere”, sta già affermando che è proprio la figura femminile a gestire tutto ciò che si deve fare in un ambiente familiare.

Perché basta chiedere? Perché non proporsi? È facile dirla in questo modo, è facile pensare che tutti dovremmo fare la nostra parte dopo aver letto qualche riga di questo fumetto.

Pensiamo alla casa: la vita di tutti i giorni si svolge qui per noi, tra le nostra mura sicure, che conosciamo alla perfezione. Eppure, se pensiamo alla casa, ci viene subito da pensare alla mamma come figura di riferimento. Quando non troviamo una maglietta nell’armadio chiediamo a lei, e puntualmente la trova perché non abbiamo cercato bene.

La verità è che ognuno di noi già dalla tenera età viene educato agli stereotipi ed alle differenze di genere. Pensiamo a quante volte noi ragazze ci sentiamo dire “che signorina che sei” quando adottiamo dei comportamenti pieni di grazia ed educazione, o a quante volte, al contrario, ai maschi viene detto “non fare la ragazzina” quando assume dei comportamenti meno virili, meno irruenti. Così, già dai primi anni di scuola, i ragazzi sono contraddistinti dal loro impeto rissoso e giocano alla lotta con i compagni di classe, e chi non lo fa è escluso.

Quante volte ci viene chiesto di rispettare un codice di atteggiamenti: spesso infatti le donne si fanno carico della sofferenza altrui, non vogliono dire di no per paura di ferire i sentimenti, rinunciano a qualche aperitivo in più con i colleghi di lavoro.

A questo punto oltre a leggere questo fumetto per entrare in alcune dinamiche quotidiane, consiglio a tutti di iniziare a fare la propria parte non solo fisicamente ma anche mentalmente. Se iniziassimo a scrivere tutti insieme la lista della spesa sarebbe molto più facile non dimenticare le cose da comprare, senza addossare la colpa alla mamma che “si è dimenticata”. Basta un piccolo sforzo mentale per cambiare le cose, ma soprattutto basterebbe distaccarsi già da piccoli da quegli stereotipi che non fanno altro che allontanare uomini e donne.

La mamma è indispensabile quanto il papà, le donne e gli uomini sono tutte persone senza le quali noi non riusciremmo ad andare avanti: amici, fratelli, parenti, genitori, nonni. Non si deve essere femministi per convenienza, non si deve aspirare alla rivoluzione: la vera svolta è la nostra presa di coscienza.

Come dice Emma: “E poi, la prossima volta che vi capiterà di incontrare una donna aggressiva provate a chiedervi se pensereste la stessa cosa di un uomo. È sempre bene cercare di adottare uno sguardo diverso”.

 

Serena Citriniti 5A

Può interessarti...