L’Orlando Nzallanut

Vi ho lasciati l’ultima volta con un nuovo lemma del vocaboletano : “nzallanut” , riferendomi all’appellativo col quale gli adulti usano definire i giovani d’oggi. In realtà per tradizione, questa parola veniva utilizzata per indicare l’anziano un po’ rintontito dall’età, stralunato, con la testa per aria. Con il tempo il termine è stato sdoganato e diretto a descrivere quello stato di distrazione che, appunto, hanno i nativi digitali, ovvero le generazioni (anche la mia naturalmente!) nate al tempo di internet, attratti dal loro cellulare. E così gli altri ci vedono come degli automi che, anziché guardarsi negli occhi, sorridere, scambiarsi battute, sono ipnotizzati dal telefonino all’ultima moda.
Non hanno del tutto torto ma, come si suol dire, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio…Pensateci bene, quanti adulti incontrate per strada con lo sguardo rivolto verso il loro device e per niente attenti al mondo che li circonda?
Quindi nzallanut assume il significato democratico di rimbambito, adattabile a tutte le circostanze in cui chiunque si distrae pensando ad altro, e viene pronunciato come uno sfottò simpatico. Addirittura si fa derivare un verbo “nzallanire” nell’accezione “mi ‘nzallanisci” quando vogliamo intendere “mi confondi”, oppure “m’aggia nzallanut” quando vogliamo dire “mi sono confuso”.
L’origine del termine va ricercata in un tempo davvero lontano: nella mitologia greca la Luna era governata da una bellissima dea di nome Selene, da cui si fa provenire “inselenito” ovvero qualcuno che ha la testa tra le stelle, sulla Luna da Selene, appunto. Non è infatti azzardato citare l’Orlando Furioso che aveva perso il senno sulla Luna, pianeta sul quale si credeva venissero raccolte tutte le cose che si perdevano sulla Terra, a causa della sua amata Angelica simile alla rosa e non certo una zantraglia, ma questa è un’altra storia…

Simone Euripide

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