“La poesia è una scintilla di rivelazione… Il potente spettacolo continua e tu puoi contribuirvi con un verso! Quale sarà il tuo verso?”(L’Attimo Fuggente)
Proprio sulle parole del mitico Prof. Keating si fonda l’idea di Emilio Fabio Torsello e Mara Sabia, della pagina social “La setta dei poeti estinti” che in pochi anni hanno saputo rendere i social mezzi di diffusione di cultura e bellezza, raggiungendo inaspettati risultati. Li abbiamo intervistati.
Da dove nasce la vostra passione per la poesia e la letteratura?
La passione per la letteratura è nata ai tempi del liceo classico, grazie a un professore di Letteratura italiana che definiremmo “del vecchio stampo”, un docente capace di farti entrare nelle opere e apprezzare le sfumature della poesia e della prosa. Questo nostro interesse ha portato poi a intraprendere un percorso universitario in materie umanistiche, nella convinzione che la poesia e la letteratura possano abbellire la nostra vita.
Com’è nata l’idea e che cos’è “La Setta Dei Poeti Estinti”?
L’idea è venuta a Emilio Fabio Torsello, giornalista e fondatore del progetto letterario della Setta dei Poeti estinti, nell’estate del 2013, a Ferragosto, mentre sul divano guardavamo il DVD de L’Attimo fuggente. L’intenzione era quella di ricreare “La Setta dei Poeti estinti” protagonista del film, in un contesto come quello di Roma.
Per raggiungere quante più persone possibile siamo partiti dai social – strumento ormai pervasivo e capillare, ma spesso utilizzato per diffondere odio e divisione. E così è stato: siamo riusciti a portare la letteratura sui social, a far parlare di poesia, di arte e di Bellezza, a organizzare eventi nati proprio dall’interesse suscitato dai post su Facebook e Instagram.
Oggi, dopo anni di attività, a che tipo di pubblico siete riusciti ad arrivare?
Il nostro pubblico è davvero variegato. Va dai tredici anni ai novanta. Ai nostri eventi letterari – che portiamo avanti con la partnership fondamentale di Mara Sabia, attrice e docente – c’è una trasversalità bellissima di persone e sensibilità. Oltre al fatto che spesso vengono ad ascoltare i brani che leggiamo anche persone ipovedenti o cieche perché è un modo più immediato per loro per “leggere” i grandi classici: ascoltandoli. Ultimamente – grazie a splendide sinergie con quanti collaborano con noi – siamo anche riusciti a far tradurre le poesie nella lingua dei segni, per i non udenti.
È stato difficile adeguare al mondo dei social, ritenuto così moderno, quello apparentemente lontano della poesia e della letteratura?
Inizialmente credevamo che nessuno ci avrebbe mai seguito. Oggi – con oltre 260mila persone che hanno cliccato “Mi piace” o “Segui” sui nostri account – ci rendiamo conto che invece l’arte, la letteratura e la bellezza sono fondamentali proprio sui social, dove spesso vengono invece diffusi messaggi di odio e divisione. L’importante quindi non è la modernità dello strumento o la tecnologia ma sempre l’utilizzo che se ne fa.
Questa esperienza comporta un impegno economico da parte vostra?
Assolutamente si. Abbiamo dovuto realizzare il sito, il logo, ci sono le sponsorizzazioni sui social quando vogliamo pubblicizzare un evento, senza dimenticare l’acquisto dei libri. Oltre al tempo che quotidianamente spendiamo per prenderci cura della pagina e preparare le letture. Per ora però – per fortuna – riusciamo a tenere testa a tutte queste spese.
Come avete lavorato durante il lockdown? Siete riusciti comunque a mantenere un contatto con il pubblico?
Assolutamente si. Il lockdown è stato una grandissima opportunità è un’ occasione unica per fermarci e riflettere. Ci siamo subito resi conto della necessità di tutti noi di godere della Cultura in un momento in cui tutto sembrava perduto e venivamo bombardati solo da notizie di vittime e morti. Ma Alda Merini, Raymond Carver, Charles Bukowski e molti altri sono l’esempio del fatto che la parola, la poesia, la letteratura e in generale la bellezza possono salvarci, aiutarci ad affrontare le difficoltà dandoci parole per interpretare ciò che accade. Lo stesso Dante Alighieri non fugge davanti alla prospettiva di attraversare l’Inferno – anzi. Così anche noi, con il sostegno dei grandi autori, siamo riusciti ad affrontare il lockdown.
Con questa convinzione abbiamo fatto oltre 70 dirette durante i mesi più duri del Covid, raccontando gli autori, realizzando interviste a scrittori, editori e attori e leggendo i testi più belli della letteratura italiana e internazionale.
Che slogan potreste lanciare per coinvolgere un numero maggiore di ragazzi?
La parola salva. La poesia aiuta a conoscervi, a vivere intensamente, a dare parole alle vostre emozioni. Carpe diem!
Sito web: http://lasettadeipoetiestinti.org
Instagram: la_setta_dei_poeti_estinti
Facebook: La setta dei poeti estinti
Letizia Bruno 3D