Among us: il gioco che unisce a distanza

Da giorni ormai, ovunque si guardi, si vedono gruppi di giovani con lo sguardo sui telefoni che parlano di impostori e di tasks. Non è nemmeno difficile sentire i commenti dei più adulti, che ci giudicano come una generazione che non sa relazionarsi senza l’uso dei telefoni, ed effettivamente da fuori può sembrare così. 

Il gioco catapulta in una realtà fantascientifica, dove i giocatori (crewmates) devono svolgere una serie di missioni per sopravvivere;  nel gruppo, però si trovano uno o più impostori segreti, che devono cercare di sabotare e uccidere il resto della squadra senza farsi scoprire. La dinamica, quindi, spinge ognuno dei giocatori a collaborare per scoprire chi è il simulatore, mentre lui farà di tutto per non farsi scovare. La fase più importante del gioco è quella del confronto, dove i compagni discutono su chi sia l’assassino. Vedere le reazioni di chi viene scoperto o di chi scopre fa capire come questo lupus in Fabula del ventunesimo secolo sia riuscito, ma il suo vero punto di forza è un altro: il poter giocare in gruppo.

Nel periodo delicato in cui ci troviamo, che ci obbliga ad un distanziamento sociale che ancora ci sta stretto, siamo riusciti a creare una soluzione che ci tenga in contatto anche se lontani. Anche se ad occhi esterni può sembrare solo un’altra scusa per isolarci, abbiamo saputo utilizzarla come un metodo per poter rimanere uniti nonostante la distanza. 

Marianna Reverberi 4B

 

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