Nel “De brevitate vitae”, Seneca affronta un dialogo epistolare con il giovane Lucilio,amico di vecchia data con il quale condivideva l’interesse per gli studi filosofici nell’ambito dell’etica e della morale.
Sebbene queste lettere risalgano alla primavera del 64 a.C io le trovo di una modernità sorprendente: Seneca parla a tutti noi e per farlo utilizza un tono colloquiale e un mezzo, l’epistola, vicino alla realtà e adatto alla pratica quotidiana della filosofia.
Tra i temi che questo autore affronta, quello del tempo mi ha affascinata moltissimo perchè credo che le sue considerazioni a riguardo possano essere oggi di grande ispirazione e forniscano uno spunto di riflessione ai miei contemporanei.
Seneca ci dice che la vita non è breve, ma appare tale perché l’uomo fa un uso sbagliato del tempo di cui dispone. Dunque, per chi è in grado di gestire al meglio la propria vita, questa è sufficientemente estesa e atta a realizzare grandi cose. Pensiamo alla nostra settimana, a domani, a questo pomeriggio o al secondo appena trascorso: cosa abbiamo fatto per realizzare a pieno la nostra persona? Se la risposta è assolutamente nulla, allora forse è giunto il momento di alzarsi, di posare questo cellulare e di smettere di procrastinare ogni azione: Seneca ci invita a vivere e non a spendere il tempo della vita. Percepite la potenza di questa affermazione? Io personalmente sì, quest’anno frequento la quinta e nelle parole di Seneca ho trovato tanto conforto, sono arrivata alla fine del mio percorso scolastico e tra poco alla maggiore età, dovrò prendere la patente, affrontare l’esame di stato, scegliere cosa voglio fare della mia vita e iscrivermi all’università.
Tutto ciò mi terrorizza, ma questo è un anno di scelte e io non posso buttare via la mia vita come voi non dovreste farlo con la vostra: “L’unica cosa che ci appartiene è il tempo” (Lucio Anneo Seneca).
Matilde Tragni 5A
foto rielaborata da Matilde da qui