Sembra prendere vita dalla stessa roccia del monte a cui si abbarbica, la prodigiosa Sacra di San Michele, antichissima abbazia che domina la val di Susa. La sua fondazione si deve ad un penitente Ugo di Montboissier che messo alle strette dal Papa del tempo a causa di un passato diremo discutibile (“costruisci l’abbazia o ti becchi sette anni di esilio ”), sceglie, per fortuna nostra, la prima opzione. E siamo alla fine del 900 quando inizia l’edificazione del monastero che Ugo affiderà a cinque monaci benedettini per poi darsi alla macchia.
La Sacra è austera, ostica, da conquistare: basta percorrere il ripidissimo scalone dei morti – che deve il suo poco accattivante nome alle sepolture che un tempo erano alloggiate lungo le sue pareti – per rendersene conto.
Al termine della scalata, varcata la Porta dello zodiaco, la vostra lingua toccherà terra ma i vostri occhi gioiranno davanti al meraviglioso panorama della val di Susa che si srotolerà dinnanzi appena la nebbia si diraderà ( la nebbia serve a creare l’atmosfera).
La Sacra è come la cupola di Brunelleschi, dove ti giri, ti giri, lei c’è sempre. E in effetti lei è lì anche quando non si vede perché la sua presenza è così potente che vi sentirete costantemente osservati, fino ad accorgervi che la sua mole non si solo si è arroccata sulla roccia ma anche dentro di voi, nel vostro immaginario. Ora tirate dentro la lingua che non sta bene ed entriamo nella chiesa romanico – gotica edificata tra il 1148 e il 1170 e dedicata a san Michele così intensamente, da essere stata orientata verso il punto esatto in cui sorge il sole il giorno della sua festività il 29 settembre.
Il culto dell’Arcangelo Michele proveniva dall’oriente ma successivamente volò – di arcangeli stiamo parlando… – in tutte le regioni mediterranee ed essendo un tipo molto ganzo, parliamo del principe degli angeli fedeli a Dio che combatte e scaccia il drago e gli angeli ribelli, gli vennero dedicati importantissimi santuari.
Il più antico è quello edificato nel V secolo sul promontorio del Gargano, il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo, che rappresentò il modello ideale per tutti i santuari angelici successivi similmente edificati sulle cime dei monti, in luoghi elevati, dentro grotte profonde vicino alle coste , come nel caso del più famoso santuario angelico, quello di Mont-Saint-Michel in Normandia.
Se vi piacciono le magie, provate a tracciare una linea per collegare i santuari micaelici: scoprirete anzitutto che la Sacra di San Michele si trova al centro di una via di pellegrinaggio di oltre duemila chilometri che unisce quasi tutta l’Europa occidentale da Skellig Michael in Irlanda al Monastero di Monte Carmelo in Israele e che per tracciare questa via non serve il righello: unendo i vari santuari la linea vi verrà retta come la spada di Michele .
Per un tour virtuale: https://www.sacradisanmichele.com/it/tour-virtuale/
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Sacra_Of_San_Michele.jpg
di Ibn Baṭṭūṭa