Cosa ho fatto che non pensavo di saper o di voler fare – Prof. Spotti

Ho fatto delle torte, più adesso di tutti gli anni della mia vita, mi libera la testa per un’ora e non è come cucinare per vivere.

Ho fatto la spesa una/ due volte alla settimana. Per me che sono incapace di pensare a cosa cucinerò il giorno dopo è stata una lezione di resilienza. Come molti ho fatto la fila con il carrello e la mascherina sul viso e i miei occhiali che si appannano pensando, mentre procedo lentamente verso l’ingresso del supermercato, che da oggi capisco il sapore delle parole dei poeti e di mio nonno Nello soldato e partigiano.

Ho fatto lezione con google meet e uso classroom : fino a un mese fa ne conoscevo solo i nomi e sinceramente pensavo che avrei finito la mia esperienza di docente evitando di sapere di cosa si trattasse. 

Siamo in guerra ( si ripete questa litania dal mattino alla sera) la scuola fa la sua parte si attiva, partecipa, dialoga, spiega, rispiega, c’è , esagera, non può essere silente.  E’ la scuola dell’emergenza o la scuola del nuovo millennio, ognuno ha la sua opinione in proposito. La mia certezza è che sia la scuola del silenzio fuori nelle strade della città, e del caos dentro casa.

Ma la vera lezione sarà il dopo. Dopo tutto questo vorrei sentire le voci dei miei studenti nelle aule, vorrei ridere di gusto insieme a loro per le “perle” che sono capaci di infilare nella collana del quotidiano della vita scolastica che si può capire, nella sua intensità, solo se la si vive con loro ogni mattina.  Non chiedo niente di più ora: solo un banale quotidiano.

Spotti Barbara

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