PICCOLE DONNE: la voce delle sorelle March

Tutti noi conosciamo il celebre romanzo di Louisa May Alcott “Piccole donne” che da ragazzini, sullo sfondo della guerra civile americana, ci ha trasportati nelle vite travagliate e avvincenti di quattro sorelle: Jo, Meg, Emy e Beth. 

Il Piccole donne di Greta Gerwig, regista e attrice statunitense, è ironico, emozionante, moderno. A suo modo radicale. Greta rilegge la storia delle sorelle March in modo esclusivo e la trasforma in un grande manifesto sulla parità di genere. Nel 2020 ha deciso di riproprorci un tale capolavoro rendendolo portatore di questo messaggio oggi ancora molto attuale. 

Il film, fedele al romanzo, è scandito dal forte contrasto tra presente e passato in cui vediamo da un lato la storia di Jo, che vuole fare carriera come scrittrice a New York, e dall’altro i teneri ricordi d’infanzia condivisi con le sorelle. La scelta adottata dalla regista permette di dar luce ai problemi della società che vincola le ragazze a sposarsi se vogliono avere una prospettiva di vita dignitosa, lezione che la bisbetica Zia March non perde occasione di ripetere alle nipoti.

Rendere giustizia ad un grande classico è ambizioso e molto difficile, non solo secondo la nostra opinione, ma anche le candidature agli Oscar 2020 la pensano come noi; la regista è stata all’altezza, vincerà l’iconica statuetta d’oro?

Matilde Tragni e Silvia Cadonici 4A

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