In questi anni l’Auto-tune è stato spesso criticato, perché ritenuto un escamotage per mascherare i difetti della voce. In realtà Auto-Tune è un software creato alla fine degli anni 90, che permette di correggere le intonazioni calanti o eccedenti dei cantanti e mascherare piccoli errori o imperfezioni della voce. L’Auto-tune viene quindi utilizzato per il Tuning, ovvero la correzione del tono (procedimento che può essere effettuato anche tramite altre applicazioni come Melodyne).
Il suo successo lo deve però a come è pensata la musica odierna. Essa si basa infatti su un audio frontale, mono o stereo, perciò una singola nota stonata può essere avvertita facilmente. Al contrario la musica precedente, è pensata sul surround e come nei concerti gli strumenti sono collocati in diverse posizioni, per cui un errore è quasi impercettibile.
L’utilizzo di Auto-tune, può essere però esteso a un uso creativo. La nascita di Auto-tune ha portato infatti a una innovazione sonora e alla creazione di nuove possibilità timbriche. Come è possibile ascoltare nel brano pop di Cher “Belive” (https://www.youtube.com/watch?v=nZXRV4MezEw), la voce viene utilizzata come uno strumento, che può essere distorta creando un nuovo timbro che è più di impatto e può conferire una maggiore emozione. Naturalmente c’è anche chi disprezza questo software, come Jay-Z nel brano D.O.A (Death Of Auto-tune), ritenendolo la rovina della musica. Auto-tune è però un degli strumenti principali di alcuni generi come il rap e il pop, e come ogni strumento non è né buono né cattivo ma può essere considerato tale in base, al suo utilizzo e/o abuso.
Roberta Fallarino