Le Dolomiti sono da anni scenario di un turismo incontrollato che comporta impreparazione e inadeguatezza ad affrontare l’austero ambiente montano. Il fenomeno di turismo di massa colpisce la montagna in tutti i suoi aspetti, sulle piste tanto quanto sui sentieri più impegnativi.
I 446 impianti e 1250 km gestiti da Dolomiti superski forniscono un interessante spaccato su ciò che rappresenta la montagna per la maggior parte degli italiani. Questa non è più luogo di tranquillità e pace, ma è divenuto un ambiente affollato e non rispettato.
Crediamo infatti che in questo lo sci da discesa abbia giocato un ruolo fondamentale in quanto porta, in una montagna del tutto antropizzata, migliaia di persone che ignorano la bellezza dell’avventura. La montagna è diventato un luogo mondano dove fare festa e frequentato da persone che sembrano non conoscere il silenzio e il piacere del contatto intimo e diretto con la montagna.
Certo non è facile aspettarsi un improvviso cambio di direzione che riduca il flusso di visitatori dato che ormai questi sono diventati la principale fonte di guadagno per questo ambiente.
Ormai sia in inverno che in estate sono sempre più diffusi eventi, iniziative e progetti, che comportano un elevato numero di turisti, e di conseguenza di denaro, che però spesso sono organizzati senza prestare la giusta attenzione all’ambiente. Ultimo di questi è stato il concerto di Jovanotti organizzato a Plan de Corones la scorsa estate che ha dovuto fronteggiare le polemiche mosse da Reinhold Messner, che ha accusato il cantante di non rispettare a sufficienza il luogo con il proprio evento. Detto questo, noi siamo dell’idea che sarebbe opportuno rivedere il modo in cui viene vissuta la montagna, con la consapevolezza che la tutela e la salvaguardia di questo ambiente dipenda totalmente dalle nostre scelte.
Leonardo Cenci e Tommaso Berté 4A