“Sogna senza paura, you only live once.”
Negli ultimi tempi ci viene sempre più spesso insegnato che per andare alla ricerca della felicità, è necessario continuamente provare nuove esperienze. In particolare all’uomo piace sfidare la natura talvolta non considerando le conseguenze che essa può arrecare.
Per molti la montagna, per esempio, è sempre stata considerata come un luogo paradisiaco dove la mente si libera dal viavai e dallo stress quotidiano della città. Viceversa per altri è una continua competizione dove il limite umano tenta di vincere il limite naturale.
L’Everest, con i suoi 8848 metri da cima più alta del mondo, è diventato un parco giochi accessibile a tutti coloro che hanno intenzione di spendere i loro soldi in un’esperienza che ormai non è più considerata utopica come invece, a parer mio, dovrebbe essere.
Il problema nasce dal fatto che purtroppo le organizzazioni alpinistiche si sono inchinate al dio denaro, dando la possibilità a chiunque sia in buone condizioni economiche di raggiungere il tetto del mondo, anche senza aver compiuto alcuna esperienza impegnativa in montagna prima d’ora.
È spesso notizia negli ultimi anni di tragedie a causa delle numerose persone in coda sulla parete dell’Hillary Step (ormai non più parete a causa di un fenomeno naturale che ha reso il passaggio molto più semplice da scalare) sia per la fine di bombole di ossigeno, estremamente necessarie a quella quota, sia per le condizioni atmosferiche talvolta imprevedibili e letali.
E’ fondamentale che ogni persona insegua i propri sogni, senza però superare i propri limiti e quelli imposti dalla natura, come nel caso dell’Everest.
Alessandro Zucchinelli, 4A