Capra e cavoli – 3 dicembre

Ricordo le vacanze trascorse in Germania con la mia famiglia in un piccolo paese nella campagna; c’era tutto ciò che un bambino di otto anni potesse desiderare: un parco giochi e una fattoria. Il proprietario, un uomo buffo e incomprensibile nel suo inglese – germanizzato, aveva dato a me e alle mie sorelle il permesso di entrare liberamente nel recinto con capre, anatre e galline, a patto che non infastidissimo i simpatici animali.

Dopo due settimane di permanenza nel paesino tedesco, arrivò il giorno di un nuovo acquisto da parte del proprietario: una tenero e candido capretto, Karl, e un cartello che appese immediatamente alla recinzione con una qualche nota indecifrabile riguardo al nuovo arrivato.

Ricordo l’argento vivo che mia sorella aveva addosso: dovevamo dare il benvenuto alla recluta! Non si preoccupò delle scritte in rosso sangue “Aufmerksamkeit”: scavalcata la recinzione, mia sorella si diresse verso Karl, che brucava tranquillamente erba e gli accarezzò delicatamente il capo e le corna curve.

Fui quasi tentato di seguirla ma, mentre scavalcavo anche io, Karl, come un camoscio imbestialito che combatte il rivale, belò acutamente prima di alzarsi e caricare mia sorella, per poi atterrarla con un colpo nello stomaco. Me la diedi a gambe, scavalcando  nuovamente il recinto con un salto.

Sopra la panca la capra campa, sotto la panca la capra crepa.

Luca Peter Di Giovanni

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