“If you are looking at your phone more than you are looking at another person’s eyes you are doing the wrong thing.” (T.Cook)
-Se stai guardando il tuo telefono più di quanto guardi gli occhi di un’altra persona, stai facendo la cosa sbagliata.-
Questo è uno dei messaggi che Tim Cook, CEO di Apple, ha trasmesso ai giovani provenienti da tutta Italia che si sono incontrati il 3 ottobre nel cinema Odeon di Firenze. L’intervista è stata organizzata dall’Osservatorio permanente Giovani-Editori in occasione del suo ventesimo anniversario. Questa organizzazione contribuisce all’educazione dei giovani sviluppando il loro pensiero critico attraverso il progetto “Il quotidiano in classe”, a cui la nostra classe ha aderito fin dalla prima.
L’Osservatorio collabora da anni con Apple per perseguire un obiettivo comune: contrastare i rischi comportati da uno scorretto uso delle tecnologie; uso che ha portato alla diffusione di fenomeni come la circolazione delle fake news, la violazione della privacy e il cyberbullismo. Sia Apple che l’Osservatorio credono infatti che il modo migliore per risolvere questi problemi sia educare i giovani a un uso consapevole degli strumenti digitali.
All’incontro ha partecipato anche Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera, che ha intervistato Tim Cook. In seguito anche i ragazzi hanno avuto la possibilità di intervenire con le loro domande.
Sono emerse tematiche molto importanti, come la salvaguardia dell’ambiente e la tutela della privacy e degli utenti, così come informazioni riguardanti la vita privata di Tim Cook: il ragazzo che consegnava i giornali, figlio di una commessa di un operaio navale, che grazie all’istruzione, alla determinazione e al duro lavoro è diventato l’amministratore delegato di una delle più importanti aziende al mondo.
Così come ha detto Andrea Ceccherini, organizzatore dell’evento, Tim Cook è una persona molto speciale perché intende trasmettere ai ragazzi un sistema di valori fondamentali. Ecco i suoi tre messaggi più importanti:
1) La domanda giusta da porsi per trovare lo scopo della propria vita non è “Cosa voglio fare da grande?” ma “Cosa posso dare al mondo e come posso renderlo un posto migliore?”.
2) Per avere successo ed essere felici l’unica cosa da fare è non cercare di essere come qualcuno “migliore” di te, ma di essere la versione migliore di te stesso.
3) La tecnologia è un mezzo per permettere alle persone di vivere nel modo migliore possibile, non un motivo per cui vivere. Il mondo virtuale deve essere un’estensione del mondo reale, non un’alternativa a esso.
Da una figura così importante negli ambiti imprenditoriale e digitale ci si aspetterebbe un discorso orientato più verso la tecnologia che verso le persone, ma non è stato così. Proprio per questo motivo, questo incontro è stata un’esperienza che ha cambiato il nostro modo di pensare e di vedere il mondo che ci circonda.
Artoni Greta e Sara Cammi, 2^G