Sono passati 25 anni dalla sua morte, eppure non è ancora stata fatta chiarezza sul suo omicidio.Parliamo di Ilaria Alpi, giornalista della Rai rimasta uccisa a soli 32 anni insieme al suo cameraman Miran Hrovatin, durante un’inchiesta che avrebbe portato alla scoperta di una crudele verità su traffici illeciti di rifiuti e armi tra Italia e Somalia.
Di Ilaria ci ha raccontato Fabio Fusi, suo collega alla Rai e suo caro amico, alla biblioteca a lei intitolata, il 21 marzo scorso, in occasione del venticinquesimo anniversario della sua morte.
Ilaria era giunta in Somalia per la prima volta nel 1992 come inviata del TG3 per seguire la missione di pace che avrebbe dovuto porre fine alla guerra civile scoppiata dopo la morte di Siad Barre.
Le sue inchieste si erano poi fermate sul possibile traffico di armi e di rifiuti tossici che coinvolgeva Servizi segreti, alte istituzioni italiane e gruppi politici locali. I rifiuti tossici erano dislocati in alcuni paesi africani: proprio in Somalia, infatti, sotto una lunghissima strada in mezzo al deserto erano state sotterrate tonnellate di rifiuti.
Per molti anni i genitori di Ilaria hanno cercato di scavare sotto una coltre di misteri e hanno lottato affinché la morte di Ilaria non fosse vana, ma le indagini si sono sempre arenate a un punto morto. Lo Stato Italiano ha tentato in tutti i modi di trovare il responsabile di questa tragedia, ma forse il vero colpevole è proprio un settore deviato dei Servizi, che ha cercato di insabbiare la storia di Ilaria per coprire i suoi traffici illeciti.
Fabio Fusi, durante la conferenza, ci ha reso partecipi del dolore della famiglia rispondendo, dopo la visione di un breve video sulla storia di Ilaria, alle nostre domande. Ha raccontato di sé e di Ilaria, di come il loro lavoro sia allo stesso tempo meraviglioso e spaventoso. Scoprire la verità è quello per cui Fabio lotta, così come era quello per cui lottava Ilaria. Proprio per questo la sua storia non deve restare nascosta, la verità su Ilaria deve venire a galla e qualcuno dovrebbe fare giustizia.
Gaia Barbieri, 2F
