Non ricordi la data di morte di Napoleone oppure l’anno in cui venne eletto imperatore Giustiniano? Niente paura: Google ha sempre la risposta a portata di clic.
Questo è purtroppo diventato un grave problema: ormai quotidianamente consultiamo il web prima ancora di “scervellarci” per trovare la soluzione. Basta semplicemente digitare la domanda, schiacciare il tasto “cerca” ed il gioco è fatto: ecco a nostra disposizione migliaia di risposte in meno di un secondo.
Le persone affette dal bisogno compulsivo di consultare Internet sono chiamate Cyber Menti. Uno dei principali sintomi avvertibili in questi individui è l’amnesia digitale, una vera e propria perdita della memoria. Gli studiosi hanno però evidenziato che non si tratta di una dimenticanza totale bensì parziale: siamo soliti non ricordare numeri di telefono, nomi o indirizzi stradali. Proprio per questo motivo gli esperti invitano ognuno di noi a tenere sotto ferreo allenamento il cervello utilizzando i comuni sudoku e le settimane enigmistiche. Le Cyber Menti, inoltre, tendono a sottovalutare il cervello umano: lo ritengono “poco capiente” al contrario di Google e dei computer stessi, dotati di una memoria limitata ma facilmente espandibile.
Tuttavia è un errore sminuire in modo così esagerato la nostra meravigliosa mente: essa è una perfetta combinazione tra neuroni e sinapsi, grazie ai quali ogni informazione viene “pescata” dalle altre con grande ordine ed attenzione. Grazie ai risultati di una dettagliata analisi, gli scienziati sono arrivati alla conclusione che il nostro cervello ha una “capienza” di circa quattro milioni di gigabyte: una quantità smisurata se si pensa che i nostri cellulari hanno una memoria media di 32 gigabyte.
Quindi lasciamo bloccata la schermata del cellulare e sblocchiamo il cervello: ci vorrà un po’ più tempo, questo è certo, ma la soddisfazione di ricordare quando è morto Napoleone ripagherà lo sforzo.
Giulia Campanini