«Io dico: fermiamoci, riflettiamo, prendiamo coscienza. Facciamo ognuno qualcosa… nessun altro può farlo per noi.»
«Forse questa è l’occasione per pensare diversamente come abbiamo fatto finora, l’occasione per reinventarci il futuro e non rifare il cammino che ci ha portato all’oggi e domani portarci al nulla.»
«Visti dal punto di vista del futuro, questi sono ancora i giorni in cui è possibile fare qualcosa. Facciamolo. A volte ognuno per conto suo , a volte tutto assieme. Questa è una buona occasione.»
Così Tiziano Terzani scriveva la sua “lettera da Orsigna” subito dopo i terribili attacchi alle torri gemelle di New York. Parole scritte e pensate per commentare un terribile avvenimento che commosse l’America e tutto il mondo occidentale, ma per niente anacronistiche ed estremamente attuali anche per quanto riguarda gli irripetibili sconti del 20% del tanto atteso Black Friday.
L’incredibile partecipazione dei consumatori a questa tradizione tutta americana sembra essere la prova della decadenza morale del mondo occidentale, della sua insensibilità ed indifferenza nei confronti della povertà e del bisogno.
Un occidente, quello che vedo, tutto incentrato su di sé e sul soddisfare i suoi capricci comprandosi l’ultimo modello di iPhone o un paio di scarpe nuove solo perché scontate di poche decine di euro.
Niente a che vedere con la vera origine di questa ricorrenza: il Black Friday nacque dal movimento delle suffragette in Inghilterra, che in un famoso venerdì di novembre del 1910 si batterono per i loro diritti.
È leggendo queste frasi di Terzani che viene spontaneo chiedersi il senso di questa sfrenata corsa alla materialità, della continua necessità di guadagno, per poi potersi accaparrare cose inutili. Siamo sicuri che il progresso sia questo? La frustrazione che affligge tutti noi, dovuta ad un inseguimento del guadagno e non i nostri reali interessi, può realmente essere risolta nel comprare un nuovo telefono? Siamo abituati a dover correre, a fare più cose possibili, avere più cose possibili, come se fosse in atto una selezione naturale nella quale chi è più lento non ce la può fare, rimane indietro, rimane fuori.
Forse è proprio questo che mi spaventa.
Terzani ci suggerisce di fermarci, osservare dove siamo arrivati, a che punto il denaro può arrivare a controllare l’uomo ed agire prima che sia troppo tardi, prima che le nostre possessioni si approprino anche dei nostri sogni e della nostra capacità di riflettere.
Credo quindi che questa ricorrenza ormai instaurata nel nostro calendario sia una buona occasione per riflettere sulla direzione che abbiamo preso e interrogarci su ciò che realmente vogliamo dal nostro futuro in modo da poter agire e dare una svolta alle nostre vite. E’ un invito, quello del giornalista fiorentino, alla comprensione delle ragioni che ci hanno portato qui.
Spero dunque che il black friday sia davvero una buona occasione, non per comprare prodotti scontati ma al contrario, per riflettere e cercare di capire: perché diamo a questi prodotti tanta importanza?
Tommaso Bertè 3A