L’eco della Perugia-Assisi
Meeting delle Scuole di Pace
L’immigrazione è un fenomeno di estrema attualità. Ogni giorno, sui giornali o nei notiziari, sentiamo parlare dei continui arrivi sulle coste di Lampedusa di barconi, stracolmi di persone. Pochi di noi conoscono degli immigrati politici eppure pensiamo di sapere chi siano semplicemente facendo eco alle solite frasi: “Gli immigrati ci rubano il lavoro” oppure “Gli immigrati sono criminali”. Luoghi comuni infondati: questo dicono i sostenitori della pace che hanno parlato durante la conferenza. Nessuno si chiede mai il perché queste persone scappano dai loro paesi? Non certo per divertimento! Crediamo di risolvere i problemi dell’Italia semplicemente affermando che sono tutti causati dalla presenza dei migranti. Ma credere questo, vuol dire non voler vedere la realtà: i migranti non sono il nemico. Il nemico è la nostra presunzione, la nostra indifferenza e il nostro completo disinteresse verso le ragioni su cui si fonda il nostro modo di pensare. Possiamo migliorare il mondo in cui viviamo: i migranti non sono altro che le conseguenze della nostra realtà “malata”, basata sulla violenza, sulla guerra e fondata su principi di egocentrismo, la quale ci fa uscire da casa ogni giorno armati fino ai denti di odio e pregiudizi.
Alla conferenza abbiamo potuto ascoltare la testimonianza di un immigrato, Abram, che ci ha raccontato della sua vicenda personale, che inizia in Eritrea, la sua patria. Qui aveva amici, fratelli, famigliari, ma è scappato appena prima di essere obbligato a prestare servizio militare, in cerca di una vita migliore, con la speranza di approdare in un mondo più civile. Abram, salpato dalla Libia, è arrivato a Lampedusa su uno dei tanti barconi ma ancora spera di poter tornare nel suo Paese per poter riabbracciare i suoi genitori e per poter fare la propria parte nel migliorare le condizioni dell’Eritrea.
La prospettiva di un mondo pacifico è sicuramente lontana, come nel caso di Abram, ma deve diventare un orizzonte, un traguardo a cui mirare, da raggiungere insieme e a piccoli passi.
Quindi come fare ad ottenere un mondo pacifico? A questa domanda i partecipanti alla conferenza hanno risposto dicendo: “ Il mondo non cambia con le nostre idee, ma con il nostro esempio. Il vero obiettivo della marcia della pace è di sensibilizzare gli altri, facendo appello a tutti, di pelle chiara o scura, per ottenere un mondo sano, rispettoso e ordinato, ma soprattutto pacifico. Abbiamo i diritti, facciamoli valere! Combattiamo per ciò in cui crediamo seguendo le nostre idee e non quelle della massa. Tutti noi possiamo fare la differenza, impegniamoci ad aprire il nostro pensiero al concetto di fratellanza e abbattiamo i muri che ci ancorano al passato: solo così miglioreremo la realtà in cui viviamo, solo così vivremo”.
Dellapina Anita Gloria, Gaia Magnani