LONDON TRIP (video)
Ehi! Com’è andata la verifica di latino?
Mmh insomma, e tu?
Credo che sia andata proprio male… vabbè dai, un’ora e si parte.
Ma perché partiamo? Per rispondere a questa domanda bisogna ricordare un progetto fatto nell’anno 2015/2016 e di cui parleremo nel corso del viaggio.
24 gennaio sono le 10:15.
Si parte; destinazione: Londra.
Ma prima andremo a Bergamo dove voleremo verso la city.
Vuoto nella pancia e dopo un secondo siamo già a 10.000 piedi d’altezza e a un’ora e mezza dall’aeroporto di Stansted.
E poi via sulle rotaie verso Holborn e l’hotel Imperial.
E tra british food e british language siamo riusciti anche a dare un’occhiata alla British Library, dove sono custoditi numerosi testi letterari come Beowulf ma anche testi più “politici” la Magna Carta.
Drin!
E’ Mercoledì 25, oggi visitiamo Buckingham Palace, il Big Ben e poi la London School of Economics (LSE); pranzeremo nella mensa dell’università e finiremo il pomeriggio con un “meeting”-rinfresco insieme ai ricercatori che studiano il materiale che abbiamo loro fornito. Ah, quasi dimenticavo: Marina Everri (la referente del progetto) è l’artefice del nostro ingresso alla famosa università di Londra. Eravamo infatti invitati e presenti in qualità di “protagonisti” di una importante ricerca; fra le prime del genere per metodologia, era volta a individuare l’impatto dei nuovi media (tablet, smartphone e simili) nelle relazioni personali e familiari. Dall’andamento zombie in pigiama al piatto finito a metà, dal litigio con la sorella agli squilli del telefono, all’uscita con gli amici: in pole position sulla mia testa c’era una telecamera (fissata su un paio di occhiali) che registrava tutto per filo e per segno. Non solo, ma una seconda telecamera, da una postazione fissa in cucina, riprendeva i pasti di una giornata-tipo. La vita delle nostre famiglie è quindi stata svelata, affinché si potesse studiare il girato e “scrutare” i sintomi o le patologie, se così le vogliamo chiamare, della multimedialità domestica.
La Comunità Europea aveva premiato questo approccio finanziando la ricerca. Ed eccoci così a Londra. Marina ha pure mostrato al team di ricercatori il video tutorial sull’uso della Sub-Cam da noi creato, che ha suscitato entusiasmo e interesse.
In serata –è ancora Mercoledì- senza fame ma con molta curiosità verso i luoghi di ritrovo, abbiamo trovato “Five Guys”, un posto dove vendevano mega panini con patatine squisite (e commesso italiano!).
La giornata si chiude con una modesta predica: “Ricordate ragazzi, domani alle 8:15 Bisogna fare colazione”.
“Buongiorno ragazzi ci siamo tutti?” E tutti noi in coro “no, mancano Gloria e Lucia; sono sempre in ritardo!”
Ore 9 in punto del 26, partiamo verso il Bett (fiera mondiale delle nuove tecnologie) dove passiamo la giornata tra gli stand del futuro.
Stand dopo stand, gadget dopo gadget arriva sera e così tutto il “team” del Bertolucci si raduna nell’albergo dove si parla degli eventi vissuti e di ciò che è balzato alla nostra attenzione, spaziando tra robotica e libri digitali. Ciò che emerge principalmente dal “meeting” è soprattutto questo: sì ai libri digitali per lo studio, ma anche un sì convinto all’oggetto libro in quanto “sapore di carta” per la lettura per nostro hobby e svago.
Ultimo giorno: visita della città e rimpatriata. Tower bridge, Tower of London, metro, Stansted, Bergamo, Parma. Ecco le parole chiave che descrivono il giorno 27.
Dopo tutto questo posso ribadire la mia opinione, Londra resta la mia città preferita: nella sua velocità, riesco a trovare tranquillità e calma e nel suo affollamento riesco a trovare organizzazione e sicurezza.
Giovanni Maghenzani