Efebo di Mozia: chi era costui?

Un alone di mistero aleggia intorno all’Efebo di Mozia, statua in marmo datata 450 – 440 a.C.: indefinita è la sua origine, la sua rappresentazione simbolica e lo stile artistico. Al momento del ritrovo giaceva ricoperta da detriti, probabilmente abbattuta durante l’assedio dell’isola di Mozia ad opera dei Siracusani nel 397 a.C.

Chi sarà questo misterioso giovane?

Probabilmente un efebo o un auriga greco, un sufeta (magistrato punico) oppure addirittura un dio, il famoso Eracle: ancora non è stata data un’identità a quel volto così finemente scolpito, inclinato ed incorniciato da riccioli e decori. Ci guarda con il suo sguardo enigmatico, quasi ci sfidasse a scoprire la sua storia lontana.

Molte sono le parti mancanti della statua alta 1,81 m.: estremità inferiori, braccia e piedi; presenti tracce di policromia e perni bronzei, il cui scopo era, probabilmente, di sostenere un copricapo. Delle due braccia mancanti, il braccio destro doveva essere sollevato e il sinistro appoggiato sul fianco, dove ancora si vedono i resti della mano. detail_thumb_gallery_4c5ecf3b201c9_giovinettodimozia

Con la gamba sinistra portante, mentre la destra flessa avanza, la figura è delineata da un lungo e panneggiato chitone che aderisce al corpo, mettendone in risalto la forma anatomica e la muscolatura: sembra avere vita propria, grazie ad elementi come l’alta cintura che lo stringe all’altezza dei pettorali, rendendo uno straordinario effetto di trasparenza.

La bellezza e la grande cura dei particolari, anche nella parte posteriore, ci fanno pensare ad una visione a tutto tondo della statua: la sua collocazione originaria è ipotizzabile all’interno di un tempio. Incerto rimane anche lo stile artistico dell’opera: la fisionomia del volto e la capigliatura sono tipiche dello Stile Severo (si trovano, infatti, tratti comuni con le sculture del Tempio di Selinunte e con l’ambiente artistico della Magna Grecia), ma la ponderazione della statua e il chitone plissettato riconducono ad un ambiente artistico influenzato dall’arte di Fidia.

Se volete ammirarlo, dove recarvi all’isola di Mozia, in provincia di Trapani. E lasciarvi affascinare dal suo mistero.

Rebecca Mora 4D

fonti:

https://it.wikipedia.org/wiki/Giovane_di_Mozia

http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/dirbenicult/info/beniinamovibili/TpMoziaAuriga.html

http://www.arkeomania.com/ilgiovanedimozia.html

 

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