Evoluzione: tra progresso e danno

Si nasce, si cresce , si muore. In pratica il ciclo della vita, ciò che spetta ad ogni uomo, animale o pianta. E la terra, il nostro pianeta?

Secondo gli studiosi da un famosa esplosione, il Big-Bang, è stato formato il nostro “universo”. Ma se nascere è relativamente facile, crescere è il problema. Pensiamo a come è adesso il pianeta dove viviamo. E’ come se su un foglio bianco siano state create sfumature, prima chiare, col passare dei secoli sempre più scure. E’ proprio questo processo ad essere chiamato evoluzione: adattarsi, andare avanti, cercando di migliorare, di giorno in giorno, di anno in anno. Pensiamo a quante scoperte sono state opera dell’uomo: dalla ruota, all’aratro, alle recenti macchine agricole; dalle prime osservazioni del cielo, allo studio dell’universo e i viaggi nello spazio;dalla manodopera dell’uomo all’elettronica e alla  meccanica più avanzata; dalle lettere che si scambiavano i nostri nonni durante le guerre ai nostri messaggi su Whatsapp.

Lo chiamiamo progresso… ma è davvero così positivo come sembra?

In un Rapporto Annuale del 1999 pubblicato da Edizioni Ambiente parlano alcuni pensatori che sostengono di essere in un “secolo di inevitabile progresso” e ne sono prova le tecnologie che continuano ogni giorno ad aumentare. Nella medesima fonte sono riportate inquietanti statistiche che dimostrano quanto il progresso, nella sua positività, sia allo stesso tempo un danno per il pianeta: infatti osservando l’aumento dell’uso di petrolio, fonti nucleari e gas naturali, notiamo la diminuzione delle energie rinnovabili prodotte. Siamo disposti a pagarne il prezzo? Inquinamento, malattie gravi e frequenti come i tumori: se tutto ha una fine, una morte, anche la terra arriverà alla conclusione del suo ciclo di vita.

Ma se l’uomo è stato dotato di libero arbitrio, perchè scegliere di autodistruggersi così velocemente?

Emanuela Turzillo

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