Internet e social networks: dal SID istruzioni per un uso corretto

“Bullismo e cyberbullismo non sono solo “ragazzate”. Sono avvenimenti complessi dietro ai quali c’è sofferenza e disagio. Sottovalutare questi fenomeni può portare a tragedie ancora più gravi, come la morte di un ragazzo innocente”. La Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli

“Be the change: unite for a better internet” è lo slogan scelto per il SID, Safer Internet day del 2017, svoltosi a Roma il 7 febbraio. L’evento mondiale, finalizzato alla sensibilizzazione dei giovani sull’uso consapevole della Rete, si è svolto in concomitanza della Giornata mondiale contro il bullismo, a cui anche noi, Redazione del magazine del Bertolucci, siamo stati invitati.

 

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Evidente il nesso tra i due eventi: se da un lato una realtà quotidiana come la scuola può esporre un ragazzo alla minaccia “classica” del bullismo, dall’altro anche una realtà virtuale come un social network può celare rischi di “nuova generazione”, come cyberbullismo e sexting (citandone due tra i più diffusi). Ciò che risulta urgente è dunque la presa di consapevolezza, da parte delle nuove generazioni, dei pericoli in quell’incredibile strumento che è Internet, tanto affascinante quanto inquietante.

 

imgresChe differenza c’è tra bullismo e cyberbullismo? La maggior parte dei ragazzi intervistati al SID risponde in modo sicuro: la vittima di cyberbullismo è vulnerabile in qualsiasi momento della giornata (attraverso la connessione internet), dunque il fenomeno può essere molto più assillante e psicologicamente devastante del classico bullismo “fisico”. Una discriminante, quest’ultima, che spesso decide della vita o della morte di chi è perseguitato.

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Dopo la presa di consapevolezza, l’altro cuore pulsante dell’evento è stata la necessità di fare qualcosa per chi è già vittima di cyberbullismo.  Significative, a riguardo, le parole della Ministra dell’Istruzione, intervenuta alla conferenza del SID indossando la felpa rossa di MABASTA (Movimento AntiBullismo Animato da STudenti Adolescenti): “Sentitevi tutti coinvolti, quando si parla di questi fenomeni. Denunciare quelle che non sono semplici ragazzate è d’obbligo, nel rispetto di chi soffre e anche di chi ci ha rimesso la vita. Ma prima di tutto sono necessarie la consapevolezza, la sensibilizzazione e la responsabilità”.img_20170207_120436

103Il Safer Internet Day si è rivelato essere dunque un’opportunità per riflettere su una società che evolve, e con essa  i rischi alla quale è esposta. Ma forse è importante anche meditare sul ruolo attivo dell’individuo all’interno di una comunità, virtuale o reale che sia, e che può fare la differenza per la vita di un’altra persona. Reale questa volta.

 

 

Lara Piemontese

 

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