Un regista, un fotografo, un lettore fedele: Matteo Fumagalli non è soltanto questo. E’ un giovane uomo di 24 anni che si fa portavoce dell’ormai ristretto numero di giovani ancora attaccati alla lettura. A questo fine si serve di ironia e di un canale YouTube, aperto quasi per gioco dopo aver raggiunto 5000 mi piace sulla sua pagine Facebook “Libri che ti fanno vergognare di esistere“.
Le sue sono per lo più video recensioni di libri, e gli oggetti in esame possono variare notevolmente: dall’opera di un certo spessore, che può essere La Nausea di Jean-Paul Sarte, il suo “preferito” (per quanto consideri questo termine relativo), fino a calarsi nell’oblio del trash. Un punto sul quale più si è soffermato riguarda il panorama dei nuovi arrivi dal mondo editoriale, responsabile delle pubblicazioni della nuova “corrente” letteraria, ovvero i libri presi dalla piattaforma di wattpad. La sua denuncia è chiara e forte: come possono questi romanzi scritti da ragazzine inesperte essere anche solo arrivati ad una casa editrice? È ovvio che devono il loro successo alla promozione di altre ragazzine, ed è così che il mondo delle case editrici intende andare avanti, approfittandosi delle passioni un po’ discutibili delle adolescenti per pubblicare harmony stereotipati, privi di contenuto e pieni di ormoni.
Un altro argomento di casa sul suo canale, e non meno importante, sono i libri degli youtuber: è in particolare grazie a questa tipologia con cui ha raccolto il suoi quasi 28mila iscritti, essendosi ritrovato a parlare di casi letterari come il libro di Sofia Viscardi, o successi minori come quello di Cleo Toms, di Alberico del Giglio, di Antony De Francesco, e così via. La sua idea è che opere del genere non sarebbero mai arrivate ad un’editoria, se le persone in questione non fossero state loro stesse: i primi due sono romanzi, nei quali non c’è alcun sviluppo psicologico dei personaggi, nessuna reazione umana anche solo lontanamente realistica; le due autobiografie invece promuovono messaggi sbagliati, come la ricerca di fama fine a sé stessa, nessuna passione alla base, soltanto uno spudorato “non c’era niente di meglio”.
A Matteo però non piace definirsi uno youtuber, e non solo per l’universo imbarazzante a cui questa parola fa riferimento: ritiene che sia la definizione per coloro che vendono la propria vita sul web e che quindi non gli si addica. “Sono semplicemente un appassionato di vari ambiti che parla di ciò che gli piace”. Forse non ha tenuto in considerazione però che l’amore con cui parla dei libri (che ama sottolineare bevendo una tazza di tè alla liquirizia, in qualsiasi stagione) potesse essere così trascinante, tanto da riavvicinare tantissimi giovani alla lettura; persino le persone che lo fermano per strada si congratulano tutte per questa iniziativa, iniziata per caso su una pagina, e finita sugli schermi di migliaia di persone.
Ciò che personalmente mi incuriosisce di più di questo personaggio è il suo stile: non solo il modo di parlare, estremamente rilassante, ma anche quello dei suoi video. La premessa: è un regista sceneggiatore; di conseguenza si presuppone che sia preparato per tutto ciò che riguarda montaggio e “altre cose del genere”. Però, se una persona a primo impatto capitasse su un suo video penserebbe a tutt’altro: registrati con la webcam del Mac, e soprattuto senza tagli! Questa decisione non è casuale: ha scelto di essere spontaneo al massimo (e a forza di guardare i suoi video mi sembra di essere diventata ipersensibile ai tagli degli altri suoi colleghi).
Un altro motivo per cui Matteo è un personaggio positivo? Sa prendere le critiche per quelle che sono (video 1, video 2), sa ridere del proprio passato “trash” (come dimostrano le ultime recensioni, riguardanti una saga da lui scritta dodici anni fa) e, soprattutto, non prova ad essere quello che non è: non pubblica romanzi, né tantomeno “le memorie”; è semplicemente sé stesso, ed è quella persona che i suoi iscritti adorano ascoltare, di qualsiasi argomento si tratti, perché riesce a risvegliare in noi passioni forse dimenticate, o a illuminarci su aspetti della vita (come la letteratura giapponese o francese, come i film polacchi o alcuni artisti musicali di nicchia) che senza di lui non avremmo mai preso in considerazione.
Grazie Matteo, meno male che ci sei tu.
Giorgia Zantei