ANTICHI E NUOVI COMPUTER. MUSEO DI INFORMATICA

pdioUn progetto  attivato da tempo all’interno del liceo Attilio Bertolucci, proposto agli studenti del secondo anno, riguarda un’uscita didattica al Dipartimento di Matematica e Informatica del complesso universitario Campus . Quest’attività consiste nel visitare il museo dell’informatica e scoprire la storia del computer: come è nato come potrebbe evolversi in futuro. I ragazzi hanno assistito a una spiegazione dettagliata del professor Bergenti. Egli ha raccontato che inizialmente il computer aveva funzioni di calcolo e memoria. I primi computer del 1950 esistevano solo in laboratori di ricerca statali e nelle università. Essi occupavano in generale quaranta metri quadri e l’oggetto doveva essere utilizzato solamente da una persona alla volta. Il computer con gli anni migliorò nel diventare più compatto performante, ma rimase pur sempre un oggetto da lavoro. Steve Jobs volle introdurre il computer come strumento, anche casalingo, di vita quotidiana. Un’innovazione a cui tutti potevano accedere. Egli costruì inizialmente computer che incarnavano l’idea di utensile personale ma che non la completavano. Jobs, poi costruì “iMac”, l’ esaltazione del computer personale, dov’ era possibile scegliere il colore. Da questo punto fondamentale della storia del computer, che determina esso anche come oggetto personale, arriviamo ad oggi con i telefoni palmari chiamati smartphone: fonte di comunicazione, calcolo, memoria e divertimento. Secondo le teorie fondate dal dipartimento di matematica e informatica, in un futuro non molto lontano potremo indossare occhiali con lenti che proietteranno un desktop virtuale con cui interagire, dotati di videocamera e microfono.

Chissà se guardando il desktop invece che la strada finiremo contro un palo?

di Lucia Dindo

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