Alle 8:20 (circa) ora italiana, Mr. Donald Trump, candidato alla Casa Bianca per il Partito Repubblicano, diventa il 45° Presidente degli Stati Uniti d’America. Un risultato inaspettato da tutti: dai sondaggisti, dai politici di tutto il mondo, dalla gente comune. La notizia sconvolge l’intero globo, sembra l’apocalisse; sui social compaiono profezie di guerre nucleari e di nuove crisi economiche, la gente si dispera e in Italia molti guardano all’accaduto come se fosse la fine del mondo. Beh, la notizia dell’ultima ora è un’altra: non è così.
Donald Trump potrà anche essere considerato un eccentrico, con opinioni non condivisibili certo, ma rimane il candidato che gli americani hanno scelto e, come ha detto Obama : <<il sole sorgerà anche domani mattina >>, e, secondo molti cittadini d’America, sarà anche più splendente.
La verità è questa: una persona perspicace avrebbe tranquillamente potuto capire che Trump avrebbe vinto le elezioni; ormai non votavi o “per Trump” o “per la Clinton”, ma nemmeno o “per i Repubblicani” o ” per i Democratici”, ma o “per Trump” o “contro Trump”. In poche parole era lui al centro delle attenzioni, era lui contro il quale i media del mondo occidentale si sono schierati (da notare anche l’incredibile cambio di toni in positivo con cui ora i media, almeno quelli italiani, si esprimono su di lui), insieme all’intero mondo della musica, della cultura e del cinema; vecchi idoli senza alcun potere mediatico, appartenenti al vecchio mondo, o almeno questa è l’impressione che se ne deduce.
La rivoluzione di Trump è anche questa: il “pesce fuor d’acqua” può far innamorare gli altri di sé, proprio per il fatto di essere “fuor d’acqua”, di essere un’alternativa a tutto il resto.
Si potrebbe ora parlare delle conseguenze che questi risultati avranno sullo scenario geopolitico mondiale; a chi dice: “Trump sarà la causa del prossimo conflitto mondiale”, io rispondo che forse vi erano molte più probabilità che la causa sarebbe stata la Clinton (che avrebbe probabilmente continuato le politiche “pseudo – imperialistiche” di Obama) se avesse vinto le elezioni. Indubbiamente le possibilità di una di guerra, aperta o meno, tra il mondo occidentale e la Russia sono di gran lunga diminuite con la vittoria del repubblicano. Di certo ora l’America adotterà una politica più protezionista e isolazionista, ma da un lato questo potrebbe favorire una fuoriuscita dei paesi europei dalla “cupola” americana che ha sempre tenuto il Vecchio Continente un po’ tra le sue braccia come una mamma.
Ogni conclusione data oggi è un azzardo, ogni previsione un rischio, ma il tempo darà ragione agli uni o agli altri. Non ci resta che aspettare ed osservare.
Tessoni Lorenzo