Quando guidi, svolta per la vita

“Vivere è una scelta… scegli di vivere”. Così si apre l’incontro presso la Casa Azzurra a Corcagnano (PR) nella mattinata del 4 maggio, il sole caldo, alto nel cielo. Eppure capita, troppo spesso, che questo sole si perda o si scelga sconsideratamente di non vederlo più, lungo la strada.

Casa Azzurra è una struttura territoriale deputata alla gestione quotidiana di persone con problematiche fisiche, emotive o cognitivo-comportamentali dovute a traumi cranici per incidenti stradali. Non è stato sempre così: il progetto Casa Azzurra è dell’Associazione Traumi sorta nel 1986 dalla volontà di genitori che, perso il proprio figlio in un incidente stradale, si erano impegnati in importanti attività locali di sensibilizzazione al tema della sicurezza alla guida. In seguito, si è deciso di fondare la Casa Azzurra, centro diurno che oggi ospita 11 persone coinvolte in incidenti e sono colpite da diversi impedimenti dovuti alla “epidemia silenziosa” – così viene definito il trauma cranico. Le attività sono gestite da un gruppo di circa 35 persone tra educatori, operatori socio-sanitari, volontari o professionisti esterni, tra cui un logopedista, un fisioterapista e uno psicologo.

Ma i progetti per l’educazione in materia di responsabilità e sicurezza stradale continuano. Soprattutto per i ragazzi. L’educatrice Simona e la responsabile Michela insistono sull’importanza di responsabilizzare i giovani, sensibilizzarli al tema della loro sicurezza sulla strada in modo che prendano coscienza delle possibili e tragiche conseguenze di molti comportamenti a rischio. Assumere alcol o droghe, mettersi al volante presi dalla stanchezza, utilizzare il cellulare alla guida e tanti, molti altri… Certo, sembra scontato. Allora perché ancora tante persone cadono vittime dei loro stessi comportamenti o di sconsiderate azioni altrui? Ne vale davvero la pena?

In ordine, l'educatrice Simona e la responsabile Michela
In ordine, l’educatrice Simona e la responsabile Michela

 

Gli utenti della Casa sono stati tutti coinvolti in incidenti stradali e hanno riscontrato traumi cranici che hanno comportato diversi effetti e molto spesso questi – spiega Simona – non possono essere previsti prima. Riusciamo ad incontrare alcuni degli ospiti della Casa Azzurra e sono loro stessi a raccontarci, nella misura in cui ne sono consapevoli, le loro storie…

Angelo giocava a calcio, amava la motocross e faceva il muratore; dopo l’incidente ha riscontrato problemi del comportamento, di disinibizione che lo portano talvolta a eccessi che non può controllare, oltre alla paralisi di un braccio…

Martina conduceva una vita euforica, a volte un po’ sopra le righe, nel mondo della moda. Laurea in marketing e moda, suonava il piano che era una meraviglia, viaggiava per il mondo conducendo una fortunata carriera. Si schianta mentre è in viaggio su un motorino. E ora è affetta da afasia, fatica a trovare le parole per esprimersi…

Gianluca studiava medicina, era un poliziotto. Lui non c’entrava nulla: era fermo a bordo della sua auto, ma un’altra vettura sfrenata gli ha rovinato la vita: da trent’anni vede solo ombre, ma ha una memoria eccezionale…

Marco ha ora 28 anni. Ne aveva 18 quando, dopo aver bevuto e aver fumato, si mette in viaggio con il fratello e un amico alle 6 della mattina e si schianta. Ora come altri è su una carrozzina con il tronco completamente paralizzato, pensa di avere qualche problema al braccio…

Alessandro ha 41 anni, elettricista, aveva frequentato l’ITIS. Di ritorno da viaggio di lavoro, stanco, si è messo in strada. Oggi ha la completa consapevolezza di quanto vive, è lucido e brillante, ha scritto tre libri per bambini e partecipa a diverse competizioni sportive. Ma è completamente paralizzato, non può parlare, ma solo scrivere se un’operatrice lo aiuta a sorreggere il gomito e il polso…

Molti degli ospiti di Casa Azzurra, grazie anche alle attività fisiche o ludiche proposte, hanno trovato una nuova vita, modi alternativi di esprimersi e relazionarsi, ma alcuni hanno conosciuto la paralisi, altri l’afasia, l’amnesia o altre problematiche, anche congiunte… L’insegnamento è uno solo: basta l’euforia di una serata, un bicchiere di troppo, la maledetta incoscienza colpevole a stravolgere la vita. “E dopo non valgono scuse, non servono a nulla” conclude Simona. Ne vale la pena? No di certo.

Luca Cantoni 4 A

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