Leonardo Barbarini è stato ribattezzato dai suoi studenti “vecchia volpe”. E’ molto apprezzato da quest’ultimi per le sue magliette dalle immagini buffe, tipiche dei nerd, e il suo carattere scherzoso. È tra i migliori programmatori del mondo, e ha intrapreso con il Bertolucci un progetto per insegnare agli studenti come sviluppare un sito web e aiutarli nell’attuale alternanza scuola-lavoro.
Leo è nato il 21 Giugno 1983 ed è sempre stato un ragazzo timido e introverso. All’età di tredici anni ha ricevuto il suo primo pc e ha creato il suo primo programma, e la sua già compromessa vita sociale è finita nel cestino. In giovinezza ha frequentato l’ITIS e si è poi fiondato nel mondo del lavoro per seguire la sua passione, i computer. È co-fondatore e frequentatore del FabLab di Parma, nel quale produce contenuti multimediali, siti web ed oggetti modellati e stampati in 3D.
Al momento lavora in una cooperativa sociale come educatore alle nuove tecnologie, affermando fermamente: “Tengo a sottolineare come la nuova generazione debba essere educata alla tecnologia”. La vecchia volpe ritiene che la maggior parte dei cosiddetti “nativi digitali” si sopravvaluti a considerarsi abile nell’uso dei computer , in quanto probabilmente neppure sa cosa siano Control C, Control V o la sicurezza informatica.
La programmazione non è l’unica passione di Leo, infatti è un grande appassionato di musica rock e suona il basso in una band. Ma ciò che realmente distingue quest’uomo sono le sue magliette “geek”: a sua detta indossa questi abiti per non conformarsi alla moda e per distinguersi dagli altri; afferma che se vedesse qualche suo amico con il fantomatico risvoltino, gli toglierebbe la parola.
Leonardo è stato un ottimo “acquisto” da parte del Bertolucci, porta quel “old but gold” che alla scuola mancava. Con lui si può puntare a fare grandi cose in termini tecnologici, come per esempio l’app del Bertolucci, già in via di sviluppo. Nonostante i più sfarzosi progetti, però, egli stesso ci ricorda che: “è giusto non smettere di sognare, ma concretizzare è più importante.”
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